Cesena, 18 ottobre 2011 - La condanna con possibilità di appello (almeno per ora) non è semplicemente nell’ultimo posto in classifica. Nel Cesena che rischia di affogare c’è soprattutto la fase offensiva sul banco degli imputati. Per gli aficionados bianconeri, infatti, una delle preoccupazioni maggiori adesso è che la squadra non riesce a far gol. In sei partite il Cavalluccio ne ha realizzati due (Guana col Napoli, Mutu con la Lazio): quanto basta per risultare il peggiore attacco della A.

La media è imbarazzante: 0.3 gol a partita. Le altre squadre nella parte bassa della classifica sanno anche capitalizzare meglio quel poco che producono: Lecce 3 gol e 4 punti, Bologna 4 gol e 4 punti. Persino il Cesena di un anno fa, al debutto in A, dopo 6 giornate di gol ne aveva fatti 4 (e aveva 7 punti).

Può una squadra con gente del calibro di Mutu, Martinez ed Eder segnare col contagocce? La domanda forse è troppo da ‘Bar Sport’, ma il problema vero è che la risposta probabilmente è affermativa. A dirlo è la storia di Marco Giampaolo: le sue squadre non segnano molte reti. Il suo Cesena ne sta facendo ancora meno rispetto a una delle peggiori annate di sempre del tecnico, quella a Siena del 2009-10: venne esonerato dopo 10 turni e 8 gol segnati (media 0,8 a partita); quell’anno poi, dopo sei incontri, il suo Siena di gol ne aveva fatti 7. Cinque in più, cioè, di quelli del Cesena di oggi...

E sempre per restare sulla sua esperienza toscana, anche l’anno prima, quando si salvò brillantemente, chiuse comunque il campionato col secondo peggior attacco del torneo (33 gol): solo la Reggina, retrocessa, ne fece meno (30). Anche il Cagliari di Giampaolo non si distinse certo per aver segnato valanghe di reti: nel primo anno (2006-07) il tecnico fu sollevato dall’incarico (per riottenerlo poi in seguito) dopo 16 giornate in cui i suoi avevano realizzato 14 gol (media ancora pari 0,8 a partita); nel secondo stessa sorte dopo 12 giornate e 10 reti (media sempre di 0,8). Meno di un gol a partita: Giampaolo sembra esserci abbonato. Anche lo scorso anno a Catania saltò dopo 20 giornate e 18 gol, con una media di reti a partita ancora simile (0,9).

C’e’ pero’ un aspetto positivo e opposto di questo sterile atteggiamento offensivo: come le ultime due partite hanno evidenziato, la fase difensiva del tecnico di Giulianova spesso è efficace e le sue squadre subiscono poco, come dimostrano anche le ultime due gare del Cesena. Ma di pareggi, in realtà, non si può campare.