Bonifica del basso bacino del Chienti: progetto da rifare

Tappa in città della commissione parlamentare d’inchiesta

La commissione parlamentare riunita in Comune

La commissione parlamentare riunita in Comune

Civitanova, 21 luglio 2017 - Bonifica della bassa valle del Chienti, si deve rifare la perimetrazione dell’area inquinata, un nuovo progetto di decontaminazione della falda, ma di risorse dello Stato zero. Dal 2009, anno dell’accordo di programma coperto da 3,7 milioni di euro, pochi passi avanti perché quel progetto venne accantonato dalla Provincia che, nel 2010, ne produsse un altro da 10 milioni bocciato dal Ministero dell’Ambiente. Da allora, tutto fermo.

Ha continuato a lavorare l’Arpam che sta monitorando i 165 pozzi presenti nel sito inquinato con risultati che registrano il calo dei solventi chimici. «Tra qualche mese – ha riferito il direttore Gianni Corvatta – la relazione sarà nota e la Regione potrà riperimetrare l’area ridimensionandola per poi rifare un progetto di bonifica».

Di questo si è parlato ieri nella sala consiliare dove la commissione parlamentare di inchiesta sugli illeciti ambientali ha fatto tappa per dare conto del dossier sulla vallata del Chienti con la conclusione che la responsabilità dello stallo è della Provincia e che lo Stato per ora non ha soldi per risanare. «Quella della commissione è una presenza che conforta, significa che il problema è sentito e lavoreremo per trovare le risorse. Auspico che ai lavori seguano i fatti» ha esordito il sindaco Tommaso Corvatta. Dal presidente della Provincia di Fermo, Aronne Perugini, l’invito a «non soffermarsi solo sulle responsabilità, ma a lavorare affinché il Governo faccia uno sforzo ulteriore per un nuovo accordo di programma e un cofinanziamento».

Stesso appello dall’assessore all’ambiente di Civitanova, Cristiana Cecchetti: «la domanda è come fanno i Comuni a reperire i fondi per la bonifica che attendiamo da anni. Nel frattempo studi epidemiologici parlano di aumento delle malattie in quest’area. Mi auguro che la commissione esponga al Governo la situazione affinché si dia una risposta alla popolazione».

Si è ribellato alle accuse della commissione Antonio Pettinari, presidente della Provincia. «Io questa situazione l’ho ereditata, ma non siamo stati inerti. Abbiamo chiesto incontri a Roma, e non sono arrivate risposte forse perché nel frattempo preparavano il declassamento del sito. Poi che significa che non abbiamo individuato i responsabili? Ci sono state indagini, processi e condanne, e nel frattempo che avrebbe dovuto fare la Provincia?».

La difesa non è piaciuta a Renata Polverini, deputata che ha presieduto la commissione ieri: «se voleva una audizione bastava chiederla, ma non l’avete fatto». Dell’inchiesta parlamentare ha dato conto il senatore Mario Morgoni sottolineando come «le ragioni dello sviluppo abbiano prevalso su quelle dell’ambiente». Per Amedeo Regini (Citta Verde) «tutta la vicenda rappresenta il fallimento della politica». L’assessore regionale Angelo Sciapichetti non ha nascosto l’errore fatto dalla Regione nel mancato ricorso al provvedimento di declassamento.