"Scavi non autorizzati". Civita Park, in quattro a processo

Civitanova, coinvolti l’imprenditore Mattucci e l’ex dirigente Capozucca

Il sottopasso a Santa Maria Apparente (foto Vives)

Il sottopasso a Santa Maria Apparente (foto Vives)

Civitanova Marche (Macerata), 13 maggio 2016 – L’ex dirigente comunale (ora in pensione) Franco Capozucca, il legale rappresentante della Civita Park Mauro Mattucci, il geometra Ulderico Montevidoni e il titolare dell’impresa Moviter sono sotto processo per i reati di danneggiamento e deviazione di acque e alterazione dei luoghi in merito a quanto avvenuto durante i lavori per il centro fiere (la lottizzazione Civita Park): per realizzare il sottopasso una condotta fognaria fu spostata nel terreno della società Semesi senza alcuna autorizzazione.

A denunciare la vicenda era stato il titolare della Samesi, Giovanni Sagripanti, il quale nel pomeriggio dell’8 ottobre del 2012 si ritrovò le ruspe al lavoro nel suo terreno, tra le vie Einaudi e Pellico. Da subito chiamò la polizia municipale, e il giorno dopo denunciò quanto era accaduto. Un paio di giorni dopo, dall’ingegnere Franco Capozucca, l’allora dirigente dell’ufficio lavori pubblici del Comune, arriva la comunicazione dell’autorizzazione ad eseguire lavori di manutenzione alle fogne. Nel luglio dell’anno seguente, la denuncia viene archiviata perché, stando a quanto emerso, i lavori erano stati commissionati dal Comune e se c’era stato uno sconfinamento, non era stato voluto.

Sagripanti però, assistito dall’avvocato Simone Santoro, chiede la riapertura delle indagini, riepilogando alcuni aspetti. Il sottopasso a servizio della Civita Park era stato approvato in Comune nel febbraio del 2012. La Civita Park aveva delegato la ditta Moviter ad eseguire i lavori sul terreno della Samesi, ma il permesso a realizzare la deviazione fognaria, che era un’opera scollegata dal punto di vista procedurale dal centro fiere, era arrivato solo nel maggio 2013. In ogni caso, alla Samesi la lettera con l’annuncio della manutenzione alla condotta era arrivata solo dopo la denuncia. Inoltre in quella lettera si parlava di una servitù di passaggio, che non risulta al catasto, né altrove: il consigliere Pucci aveva chiesto chiarimenti sul punto, e il dirigente Capozucca gli aveva risposto che gli atti firmati dai proprietari dei terreni non c’erano, ma c’erano i pagamenti in loro favore fatti negli anni Ottanta per la costituzione di quelle servitù.

Anche nell’archivio comunale però di quei pagamenti non c’è traccia, dunque dell’esistenza delle servitù quanto meno non c’era prova. Infine, l’avvocato Santoro ha evidenziato che il terreno della Samesi era recintato con una rete metallica, che era stata abbattuta in tutta fretta per iniziare i lavori. In base a questo elenco di elementi, il sostituto procuratore Claudio Rastrelli ha aperto un nuovo fascicolo e nei giorni scorsi, al termine delle indagini, ha disposto la citazione diretta a giudizio per quattro persone, accusate di danneggiamento e alterazione dei luoghi: sono l’ingegnere Franco Capozucca, il geometra Ulderico Montevidoni quale progettista, Mauro Mattucci della Civita Park e il teramano Nicola Schiavone della Moviter. Solo l’ingegner Capozucca è accusato anche di falso per avere dichiarato l’esistenza di una servitù che non c’era. Per loro, difesi dagli avvocati Claudio Acquaroli, Antonella Mercuriali e Augusto La Morgia, il processo si aprirà il 7 febbraio dell’anno prossimo. Nel frattempo Sagripanti è deceduto, ma i suoi eredi si costituiranno come parti civili con l’avvocato Simone Santoro.