Civitanova, polpette avvelenate nei parchi. “Così bonifichiamo le aree” / FOTO

Il lavoro del brigadiere Bucciarelli e dei suoi cani

Il brigadiere Bucciarelli in compagnia dei suoi cani con cui bonifica i parchi

Il brigadiere Bucciarelli in compagnia dei suoi cani con cui bonifica i parchi

Civitanova, 11 agosto 2017 - Giovanni Bucciarelli è brigadiere capo del reparto dei carabinieri del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Opera nel nucleo cinofilo antiveleno. Il suo lavoro è davvero speciale. Chi usa Facebook ha visto sicuramente un video in cui è in azione a Civitanova e che ha fatto il giro dei gruppi social: in via Saragat infatti, grazie alla segnalazione dell’associazione Cluana Dog, era stata individuata una polpetta sospetta, e il brigadiere capo si era attivato per bonificare l’aria. Accompagnato dalla splendida Vida, il pastore belga Malinois addestrato al servizio (sembrerebbe fortunatamente tutto apposto). Con Vida c’è poi Malta, labrador anche lei pronta a scoprire tutti i pericoli. Bucciarelli, dopo un anno di forestale in Toscana, è da 24 anni sui Sibillini. Dopo il terremoto si è trasferito a vivere a Civitanova, con il suo nucleo temporaneamente a Macerata (FOTO). La giurisdizione di competenza è tra le Marche e l’Umbria. Bucciarelli è con Vida da maggio 2016 e con Malta da inizio anno.

Ma come entrano in azione?

«Loro lavorano liberi – spiega il brigadiere capo –, su indicazione del conduttore con comandi. Così iniziano ad ispezionare un luogo e quando individuano un boccone sospetto o un animale morto assumono una postura particolare. E’ un addestramento progressivo, che li abitua a segnalare un odore senza toccare il possibile corpo contaminato. I nuclei sono stati instaurati su progetti Life con strumenti finanziari dell’Unione Europea, come il Life Pluto. Nell’ambito di un altro progetto, Life Antidoto, erano anche stati diramati dati sui casi di fauna selvatica e domestica in Italia tra il 2005 e il 2009, dove risultavano 4588 animali avvelenati. Metà dei quali cani e quasi un migliaio i gatti. Ma anche lupi o volpi. Dalle conflittualità più banali – ammette Bucciarelli – nell’ambito urbano, ci sono altre legate alle zone di caccia, sfociando pure a colpire animali come il lupo o gli orsi».

Nel nostro territorio?

«In generale nelle Marche molti riguardano l’ambito urbano, ma sono solo la punta dell’iceberg considerando tutti quelli non dichiarati, specie se toccano animali selvatici difficili da rinvenire. Importante è quindi sensibilizzare e far emergere le segnalazioni. Agire sul rinvenimento di «bocconi» pericolosi e capire la natura del conflitto con l’animale». Anche perché chi viene beccato a preparare esche o altro rischia davvero grosso.