Profughi, altolà della giunta. "Abitazione senza agibilità"

Cognigni: l’arrivo degli otto migranti è sospeso: prima servono le verifiche

Alcuni profughi

Alcuni profughi

Civitanova, 21 settembre 2017 - L’assessore alla sicurezza Giuseppe Cognigni risponde per iscritto all’interpellanza dei consiglieri comunali Maicol Pezzola e Vincenzo Pizzicara, che chiedevano se fosse vera la notizia che 137 richiedenti asilo erano destinati al Comune di Civitanova, in due edifici del centro non meglio specificati. «Nonostante la prefettura di Macerata abbia indicato nel suo sito web istituzionale il numero di 137 unità – scrive Cognigni – ad oggi sono otto le unità da collocare nel territorio. L’abitazione scelta dalla onlus (La sorgente di Aosta, ndr) è situata in via Mameli, al civico numero 30».ù

«L’abitazione – aggiunge l’assessore – risulterebbe idonea a ospitare otto persone, tuttavia è al momento sprovvista del certificato di agibilità. Inoltre emergono una serie di discordanze tra la planimetria catastale e quanto presente in atti». L’assessore spiega poi come l’edificio sia stato individuato dalla onlus e comunicato alla prefettura di Macerata, la quale a sua volta lo ha comunicato al Comune. A questo punto, come specifica poi in modo dettagliato, sono stati avviati una serie di accertamenti per verificare lo stato dell’immobile e sono emerse le anomalie. «Il sottoscritto – scrive Cognigni – in collaborazione col dirigente del settore, l’architetto Maurizio Scarpecci, intende eseguire ulteriori controlli all’abitazione, per cui al momento è sospeso l’arrivo dei richiedenti asilo».

«L’Amministrazione comunale di Civitanova e il sottoscritto, quale assessore alla sicurezza – dice ancora Cognigni – intendono avere un rapporto di collaborazione con la prefettura, e saranno attenti ad assicurare il pieno rispetto di quanto prevede, al riguardo, la normativa sull’agibilità e sull’abitabilità». L’immobile indicato al numero 30 di via Mameli evoca una tristissima tragedia consumatasi esattamente quattro anni fa, proprio di questi giorni. Lì, infatti, viveva Maria Pia Bigoni, la donna di 66 anni assassinata nella via sottostante con 20 coltellate dall’ex marito, Graziano Palestini, condannato per questo a 18 anni e otto mesi di carcere. La casa è stata venduta qualche mese fa. Sembra che l’acquirente non sia di Civitanova e risieda altrove. Casa sbarrata, quindi.

Sulla natura delle anomalie che ne impediscono la disponibilità, l’assessore Cognigni non scuce una parola, limitandosi a dire che sono un paio i punti per i quali si rendono necessari ulteriori approfondimenti. E annuncia una conferenza stampa per domani col dirigente Scarpecci. «Sarà lui – dice – a spiegare i motivi tecnici dell’impedimento, e a specificare gli interventi necessari per metterla a disposizione. Quel che è certo è che noi non opporremo ostacoli alla norma, ma solo dopo aver verificato la regolarità e lo stato di agibilità di quell’immobile».