Addio ad Angelo Emili, storico ambulante: «Un vero lottatore»

Chiesa gremita per IL funerale, pioggia di messaggi su internet. Tanti lo ricordano anche a Macerata FOTO: il ricordo di Angelo

Il funerale di Angelo Emili (foto Vives)

Il funerale di Angelo Emili (foto Vives)

Civitanova, 1 settembre 2015 - «Hai lottato tanto, abbiamo lottato insieme, non ce l’hai fatta. Ci mancherai tanto, guidaci da lassù». Così Arianna, una delle due nuore, al termine del funerale ha ricordato Angelo Emili (guarda le foto), lo storico ambulante, deceduto domenica a soli 68 anni per una grave malattia, la Sla a cui ha cercato fino all’ultimo di opporsi. Ha citato Sant’Agostino, invece, Emanuela, una riflessione sulla vita e sul senso della morte. «È niente, la morte. Quello che eravamo prima siamo anche dopo. Di là è la stessa vita di prima, noi ci siamo ancora. E da lassù tu ce lo ricordi: ‘io sono di là, appena dietro l’angolo; sono vicino, non vi preoccupate, non abbiate paura’». È stato un addio molto commosso e partecipato quello che si è svolto ieri pomeriggio nella chiesa gremita di San Marone. Una partecipazione composta, un dolore molto dignitoso della moglie, i figli, i nipoti, amici e parenti, tanti colleghi. Don Gabriele, il sacerdote officiante, ha riportato tutto nel contesto della fede. «Angelo, hai completato il tuo cammino terreno, Dio ti aspetta lassù. Vieni a godere il premio che ti è riservato, è il suo invito. Vieni a riposarti, hai finito di soffrire».

Tanti anche i messaggi che sono comparsi su internet per ricordare Emili ‘Sandokan’, come qualcuno amava definirlo, conosciuto anche a Macerata, dove esponeva la sua merce tutti i mercoledì del mercato. «Lo ricordo davanti alle poste centrali a Macerata durante il mercato con la sua mitica bancarella di scarpe. Lo avevamo soprannominato ‘Sandokan’», scrive Sandra; mentre Sonia parla di un «personaggio mitico. Ricordo ancora il primo paio di scarpe con i tacchi alti acquistate da lui».

«Angelo era un vero civitanovese, un simpaticone! Riposa in pace», scrive Gianni e Ombretta aggiunge: «Chi non se lo ricorda. Sempre gentile e caratteristico nel suo modo di essere». «Ciao Angelo – scrive Simone – hai soprannominato mio figlio ‘pallino’, hai lottato fino alla fine dimostrando ancora una volta la tua potenza».

g. f.