«Intimidazioni e violenze, poi le bancarotte». Ecco il sistema Mattucci

L’indagine della Guardia di Finanza ha portato all’arresto del costruttore del centro commerciale «Cuore Adriatico». Fatture false per 13 milioni, evasione fiscale da sei milioni. Cinque persone in carcere, tre ai domiciliari

La ricostruzione della Finanza

La ricostruzione della Finanza

Civitanova Marche (Macerata), 2 settembre 2015 - Con l’accusa di bancarotta fraudolenta, è finito in carcere il presidente della Civita Park e costruttore del centro commerciale Cuore Adriatico, Mauro Mattucci. A metterlo nei guai un’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza e dalla Squadra mobile della Questura di Chieti. Il gruppo Mattucci ha avviato la propria attività nel settore dell’edilizia residenziale, estendendosi poi anche nel settore dell’edilizia commerciale (appunto con quello di Civitanova, uno dei più grandi d’Italia) e, da qualche anno, opera anche nel settore del recupero dei materiali ferrosi.

In dieci anni, secondo gli inquirenti, Mauro Mattucci è riuscito a passare da piccolo imprenditore con redditi praticamente inesistenti, a leader di una serie di società nonché di una vera e propria holding criminale. Il successo di questa scalata sarebbe stato possibile grazie alla indubbia capacità intimidatoria che Mattucci sarebbe stato in grado di esercitare (in alcuni casi imprenditori locali avrebbero subito violenze e minacce per cedere le proprie attività a condizioni particolarmente svantaggiose) e grazie alla capacità di avvalersi di professionisti in grado di dare una parvenza legale alle operazioni illecite.

Sono una decina le società direttamente o indirettamente collegate all’imprenditore di Montesilvano, già coinvolto nel 2009, con soggetti noti della malavita pescarese e teatina, in un’inchiesta sul riciclaggio di auto di grossa cilindrata che portò agli arresti di 46 persone in tutto l’Abruzzo tra cui lo stesso Mattucci, che finì ai domiciliari. In particolare l’attenzione degli investigatori, che già tenevano d’occhio il gruppo dell’imprenditore di Montesilvano, è stata attiratta da una serie di operazioni economico/finanziarie rilevanti, che si sono ripetute in più occasioni e che sembravano avere sempre lo stesso scopo: acquisire società sane ma in crisi di liquidità, svuotarle dei beni posseduti, intestarle a prestanome e poi farle fallire dopo averne trasferito la sede legale.

I provvedimenti sono stati eseguiti nelle prime ore di questa mattina. Cinque persone sono state messe ai domiciliari, altre tre in carcere. Le accuse riguardano reati di tipo tributario, fallimentare e societario. Complessivamente, sono state accertate diverse bancarotte fraudolente e l’emissione di fatture false per 13 milioni di euro. L’imposta evasa supera i 6 milioni di euro. Sono stati sottoposti a sequestro preventivo, oltre ai conti intestati alle società e alle persone, anche 17 unità immobiliari di proprietà della Edil Srl. e la struttura turistica Tortuga, ritenuti il frutto della distrazione fallimentare.

Tra gli indagati figurano Marco Mattucci, figlio di Mauro, il noto commercialista teatino Antonio Cristofanelli al quale, con Lara Martini, è stato notificato un provvedimento interdittivo della professione di commercialista. Un ruolo di spicco nell’organizzazione hanno ricoperto rappresentanti legali, rappresentanti amministrativi, consulenti riconducibili al Mattucci . Il collaudato sistema di frode ha permesso all’organizzazione di distrarre dalle società operative cospicue risorse finanziarie concesse dagli istituti di credito (Banca delle Marche/Medioleasing S.p.a.) per la realizzazione del centro commerciale Cuore Adriatico di Civitanova.

Tali risorse finanziarie venivano distolte dalla loro reale destinazione attraverso un articolato sistema di fatture false per circa 13 milioni di euro. Questo consentiva alle società riconducibili al Mattucci di avere una cospicua liquidità e, nel contempo di ottenere cospicui crediti di imposta inesistenti che venivano utilizzati per abbattere gli oneri fiscali e contributivi. Alla Procura di Chieti sono state denunciate 21 persone che dovranno rispondere a vario titolo del reato associativo finalizzato alla frode fiscale e alla bancarotta fraudolenta per distrazione.