I misteri dell’uomo del terrore. ‘Aveva agganci all’Hotel House’

La mente dell’attentato al Bardo in contatto con un pakistano arrestato

Noureddine Chouchane

Noureddine Chouchane

Macerata, 9 marzo 2016 - Uno come tanti. Con un lavoretto temporaneo da manovale, una stanzetta in una casa di Cerreto d’Esi insieme a un connazionale. E contatti che arrivavano fino a Porto Recanati. Sarebbe passato anche per l’Hotel House Noureddine Chouchane, ritenuto dall’intelligence americana una delle menti delle stragi terroristiche del museo del Bardo di Tunisi, quando morirono 24 persone e dell’attacco sanguinario ai turisti sulla spiaggia di Sousse dove le vittime furono addirittura 38. Chouchane sarebbe morto durante l’attacco degli F35 americani a Sabrata, in Libia, lo scorso 19 febbraio. Era proprio lui l’obiettivo numero uno delle forze statunitensi: proprio a Sabrata il tunisino avrebbe fortificato la sua presenza creando un centro di addestramento nel quale sarebbero stati arruolati i combattenti tunisini dello stato islamico. E qui avrebbe trovato la morte dopo averne seminata tanta tra la Tunisia e la Libia, nell’attacco coordinato della coalizione internazionale anti Isis, di cui fa parte anche l’Italia. Chouchane sarebbe una delle menti del rapimento dei quattro italiani in Libia, due dei quali sono morti.

La presenza di Chouchane tra la provincia di Ancona e quella di Macerata risale con certezza al 2011. Arrivò nelle Marche grazie agli appoggi di alcuni connazionali domiciliati nella zona di Fabriano. Fu seguito dagli investigatori italiani come uno dei tanti musulmani che lavorano e frequentano i piccoli centri di preghiera sparsi nella provincia. Fu anche osservato nei suoi spostamenti verso Porto Recanati, più precisamente verso l’Hotel House dove se cerchi proseliti, agganci e favori, trovi un porto sicuro. Il blitz dell’aprile del 2015, quando per conto della procura di Sassari venne arrestato un pakistano ritenuto molto vicino a una delle cellule più agguerrite di Al Qaeda, ne è la prova evidente. Secondo gli inquirenti della Procura di Ancona, Chouchane aveva avuto dei contatti con il pakistano che aveva trovato rifugio all’Hotel House. Ma la vera natura di Chouchane si formò dopo il periodo trascorso in Italia tra il Nord (Genova, Novara e Milano) e il Centro (Fabriano e Ancona).

L’ex muratore che di sicuro aveva ritirato nel 2011 un permesso di soggiorno ad Ancona e che si era poi spostato tra Gallarate, Novara e Milano, dove avrebbe frequentato un centro di preghiera islamica, nel 2012 fece perdere le tracce. Gli investigatori italiani hanno ricostruito le sue mosse fino a oggi. Chouchane avrebbe ricevuto la sua formazione, decisiva a rivestire il ruolo di stratega della lotta armata, in un centro di addestramento creato in seno a una delle cellule terroristiche tunisine più sanguinarie. Non c’è certezza che Chouchane sia rimasto sempre in Italia tra il 2011 e il 2012. Grazie anche ai documenti in suo possesso, il permesso rilasciato ad Ancona e un passaporto, con documenti veri, ritirato a Genova, potrebbe aver fatto la spola più volte tra l’Italia e la Tunisia, rafforzando contatti che evidentemente stavano diventando sempre più solidi.