Niente condizionatori, caldo record in corsia: la protesta dei pazienti

Ospedale ai ripari con qualche «pinguino»

Caldo in ospedale (Foto d'archivio)

Caldo in ospedale (Foto d'archivio)

Civitanova, 31 luglio 2015 - L’ospedale di Civitanova è stato inaugurato alla fine degli anni ‘70, salutato come una grande conquista per la città e il territorio. Da allora sono passati quasi quarant’anni e suona male oggi raccogliere lagnanze secondo cui in alcuni reparti di quello stesso ospedale si «schiatta» di caldo, perché non c’è un impianto di climatizzazione come Dio comanda e per rendere accettabili i giorni e le notti di degenza, si ricorre ai vecchi «pinguini» o, magari, al classico ventaglio. Ospitalità poco esemplare, dunque.

A Medicina reparto donne, per esempio, e anche a Ortopedia. Solo una camera dispone di pinguini, oltre all’ambulatorio del primario, mentre altrove ci si arrangia alla meglio. A Medicina donne, invece, chi vuol star bene deve andarsene, se può, sul corridoio dove è più fresco. Ma ancor peggio è conciato Otorino dove c’era un solo vecchio «pinguino», che proprio perché vecchio, ha cominciato a tradire qualche acciacco e per questo è stato spedito ad aggiustare. Sui tempi necessari per riaverlo, nessuno è disposto a giurare. Caldo asfissiante e insopportabile nelle sei corsie del reparto, ma anche gli ambulatori medici son messi male e il caldo invade anche il corridoio. Proprio da Otorino è partita in questi giorni una garbata segnalazione di protesta all’Urp.

A trasmetterla è stato Alberto G., cittadino della provincia di Ancona. In essa lamentava, l’assenza di docce funzionanti nel reparto e anche come fosse poco gradevole, per un degente, contare minuti e ore a 38 gradi. La risposta è stata immediata per le docce (si è provveduto subito), ma disarmante per il condizionatore: «Esso non rientra nelle previsioni del momento». «Faccio presente – dice Alberto G. – che sei impianti mobili di refrigerazione non costano più di 7-8 mila euro e risolverebbero il problema». Situazione migliore al pronto soccorso dove tutte le sale sono servite da aeratori e gli unici lasciati a soffrire le pene di questo interminabile Caronte sono i volontari dell’assistenza e i pazienti in sala d’aspetto. Conoscendo i tempi lunghi di attesa, immaginabili le sofferenze. Per la direzione sanitaria, è l’eccezionalità del periodo a creare problemi, «tant’è che fino a poco fa nessuna segnalazione è pervenuta all’Urp, né dai pazienti né dal personale di reparto».

In mancanza di meglio, la stessa direzione provvede come può. «Diversi ‘pinguini’ sono in funzione – assicurano –, altri stanno arrivando». Le decisioni vengono prese dall’alto ed è da lassù che s’aspetta un segnale. Magari tenendo conto che vecchie direttive regionali invitano le Asl a installare i condizionatori.