Elezioni amministrative 2017, Civitanova. I candidati si confrontano sui temi caldi

A una settimana dal voto, i sei aspiranti alla poltrona di sindaco dicono la loro al Carlino sulle principali problematiche

I sei candidati sindaco: Ciarapica, Papiri, Corvatta, Ghio, Capodarca, Mei (foto Calavita)

I sei candidati sindaco: Ciarapica, Papiri, Corvatta, Ghio, Capodarca, Mei (foto Calavita)

Civitanova, 5 giugno 2017 - Sei aspiranti sindaci per Civitanova. Opere pubbliche, bilancio, sicurezza i temi del confronto, senza asprezze. Il dibattito si è acceso solo sul sottopasso della statale. Ieri pomeriggio, ospiti nella redazione del Carlino, Giovanna Capodarca (Civitanoi), Fabrizio Ciarapica (centro destra), Tommaso Claudio Corvatta (centro sinistra), Stefano Massimiliano Ghio (listone civico), Stefano Mei (M5S), Dimitri Papiri (Kleos il Glorioso).

 

Emergenza viabilità. Il 2 giugno chilometri di coda sulla 77 per entrare a Civitanova. Ci sono i progetti e 12 milioni di euro stanziati dal Cipe per realizzare rotatorie e sottopasso sulla Ss16. Per chi è favorevole, quando verranno cantierati? Per chi è contrario e rifiuterà il finanziamento, quali altre soluzioni per la città?

Capodarca: «Siamo in dittatura se le Ferrovie ci impongono le condizioni sul sottopasso. Oltre ad abbrutire il quartiere non risolve il caos traffico. Chi doveva trattare non ha fatto gli interessi della città. Meglio interrare i binari e si poteva fare su un tratto di 600 metri».

Corvatta: «La ferrovia non può essere interrata perché è un intervento che si estenderebbe su qualche chilometro non su 600 metri e costerebbe almeno 24 milioni di euro. Abbiamo sondato altre soluzioni, ma l’unica accettata dalle Ferrovie è stata questa per superare il problema di una città tagliata in due. Quanto al sottovia non si può spacchettare dalla rotatoria perché i soldi sono dello Stato e destinati a un’opera strategica, altrimenti non ce li avrebbe dati. Il cantiere aprirà in autunno e lavori conclusi in un anno».

Mei: «Ritengo occorra interfacciarsi con il Cipe e vedere se è possibile spacchettare le due opere e fare solo la rotonda perché il sottopasso non risolve il problema del traffico. Dico invece, investiamo sulla tangenziale. Ci vogliono anni, d’accordo, e allora, fin da subito, mettere mano alla segnaletica stradale. I tanti che arrivano da Foligno dopo il collegamento della Quadrilatero, non hanno cartelli che indicano uscite alternative, per esempio nella zona commerciale».

Ciarapica: «Rotatoria senz’altro sì, sul sottopasso sono scettico e convinto che non siamo al punto del prendere o lasciare. Si potrebbe anche pensare a un sottovia diverso da quello progettato. Poi ritengo sia più utile investire nel prolungamento di via De Gasperi e nel ponte su via Einaudi».

Ghio: «Occorre distinguere i finanziamenti dai bandi per le opere. Il problema non è quello realizzare un’opera, ma quanto questa sia utile. Tecnicamente rinegoziare è possibile altrimenti è l’abdicare della politica. Detto questo, siamo contro il sottopasso».

Papiri: «Fermiamo tutto per creare una consulta, anche se servirà del tempo. La congestione viaria c’è sempre stata ed è tempo di vedere la viabilità in modo globale, non più per comparti, altrimenti non risolviamo nessun problema».

 

Traffico, cultura, turismo, economia. Come gettare, nei cinque anni che verranno, le basi per la Civitanova del futuro?

Mei: «Per noi l’opera omnia è la tangenziale. Permetterebbe la pedonalizzazione del centro, la creazione di parcheggi scambiatori collegati con il centro. Il parcheggio dello stadio è già troppo a ridosso della città. Poi, pensare a trasporto integrato, bikesharing, sviluppo delle piste ciclabili».

Ciarapica: «Il prossimo sindaco dovrà avere il coraggio di fare scelte lungimiranti, come fece Mario Baldassarri quando pensò la Quadrilatero sapendo che non sarebbe stato lui a coglierne i frutti. Poi, Civitanova è una città che ha valori e capacità inespresse e il settore turistico e culturale è un orizzonte su cui puntare. Civitanova è una città capace di attrarre persone e capitali e ho incontrato tanti imprenditori che qui lavorano o che vorrebbero investire e chiedono viabilità e sicurezza».

Ghio: «La Civitanova industriale non esiste più e le aree a questa vocazione vanno ridimensionate. La città deve riorganizzare le aree strategiche, che sono la Ceccotti e quella portuale e per valorizzare commercio e turismo va creato un salotto a servizio di quest’area. Non sono d’accordo con i parcheggi lontani dal centro. Se vogliamo sviluppare il centro commerciale naturale occorre una cintura per la sosta più a ridosso».

Papiri: «Istituire una consulta che abbia una visione della città con una mobilità alternativa e strutturata. Forme premiali per incentivare il percorso per i luoghi di lavoro in bicicletta e il trasporto elettrico. E questa la Civitanova che dobbiamo immaginare. Salute e mobilità sostenibile».

Capodarca: «Avvalersi di esperti per studiare soluzioni che guardino lontano e tenere sotto controllo la parte industriale, che è sempre inquinante».

Corvatta: «Innanzitutto partire da ciò che è stato fatto. Poi sì alla variante, un progetto da 100 milioni di euro, con sbocco a sud. Realizzazione di una stazione ferroviaria a S. M. Apparente nella zona fiera-palas, implementazione delle piste ciclabili. Per il turismo, penso a una città easy nell’offerta di sole, mare e di tutte le tipicità del nostro territorio».

 

In questi cinque anni, sindaco e vice sindaco hanno rinunciato all’indennità. Se eletti come vi comporterete?

Capodarca: «Niente indennità e ridurre gli assessori da sette a cinque».

Ciarapica: «Un buon sindaco non si misura dall’indennità o meno e fare il sindaco significa affrontare anche spese. Quindi non sono d’accordo a rinunciare».

Mei: «Fare il sindaco a tempo pieno significa sacrificare la propria attività quindi penso sia giusto ricevere un compenso quando si amministra».

Corvatta: «Confermo che rinuncerò all’indennità, ma va fatto in modo diverso, potendo cioè decidere dove indirizzare quelle somme che restano in cassa verso progetti per la città».

Papiri: «Chi fa il sindaco è come se amministrasse una grande azienda e ritengo giusto che venga pagato».

Ghio: «Non è pensabile rinunciare all’indennità da sindaco perché amministrare toglie tempo e penalizza l’attività professionale. Sono contrario al principio e la qualità di un sindaco non si misura dall’indennità».

 

Sicurezza, sono un ricordo le scintille di questi cinque anni, le accuse e le polemiche furibonde. Ciarapica dà ragione al sindaco e tutti i candidati fanno squadra nel chiedere più attenzione per la città e più presenza delle forze dell’ordine. Dopo l’incontro in Prefettura sul problema criminalità sembrate tutti delusi dalle risposte ricevute. E, soprattutto, Civitanova è davvero una città più insicura di altre realtà?

Ciarapica: «Non è la prima volta che vado dal prefetto e le risposte sono sempre le stesse. Spezzo unalancia a favore del sindaco, perché il prefetto ci ha spiegato quanto abbia spinto in questi anni per ottenere interventi contro l’abusivismo. Poi, penso che un’amministrazione debba mettere in campo tutte le leve che un sindaco ha, quindi più vigili urbani sul territorio, anche in servizio notturno, e investire sull’illuminazione pubblica in modo da dare un senso di sicurezza».

Ghio: «La sicurezza non si misura dal numero dei reati che risultano nelle statistiche perché tanti per sfiducia non denunciano. Poi, Civitanova è più esposta di altre realtà perché sta sulla costa, ha un bacino reale di 100 mila abitanti, attira grandi interessi e capitali. C’è una differenza in questo con Macerata, quindi occorre una attenzione particolare. Ci sono però anche buone notizie e approfitto per comunicare che quattro unità di polizia stradale passeranno da Porto Recanati a Civitanova».

Papiri: «Civitanova già nel 1990 era una città sotto osservazione sul fronte sicurezza e con il candidato sindaco Antonio Annibali si parlava di un assessorato alla sicurezza. Questa è una terra di riciclaggio, con gli albanesi a Macerata, ’ndrangheta e camorra a Civitanova che si litigano il territorio e in città c’è da anni un’economia tipica di un territorio infiltrato dalla malavita, con sale slot, attività che aprono e chiudono in poco tempo».

Capodarca: «Sono molto delusa dal confronto con prefetto e questore, mi aspettavo sicuramente di più. Anzi, sono quasi arrabbiata perché noi queste situazioni le viviamo ogni giorno e loro rispondono di mettere le inferriate e ci dicono che non hanno percezione della criminalità che vediamo noi. Il sindaco può fare la sua parte per contrastare la microcriminalità, ma per la macrocriminalità ci vuole più Stato».

Corvatta: «Occorre fare pressione a livello nazionale sul Ministero e sul Governo per far si che poi accada qualcosa per Civitanova e per far capire che stiamo chiedendo sicurezza per la nostra città e per un territorio più vasto. Serve un’attenzione maggiore e soprattutto la restituzione degli organici effettivi».

Mei: «Davanti a noi che esponevamo i problemi di Civitanova, ho percepito rassegnazione dei nostri interlocutori. Il prefetto dice sempre che la coperta è corta e questo senso di rassegnazione spaventa, come dire che bisogna cominciare ad arrangiarsi. ma allora il cittadino può chiedersi, perché pagare le tasse visto che tra i servizi da garantire c’è anche la sicurezza. quanto alla città, si percepisce un senso di illegalità diffusa e di abbandono del territorio quando vedi che c’è gente che parcheggia dove vuole o gli abusivi sul corso e sul lungomare».

 

Bilancio e tasse. Le ricette dei candidati a confronto. Con la situazione attuale dei conti comunali, con un indebitamento da mutui diminuito, è possibile abbassare la pressione tariffaria e dove incidere?

Corvatta: «È possibile attuare un alleggerimento. Il problema è come utilizzare le risorse. Finora abbiano agito sulla tassa rifiuti perché ci ha permesso di raggiungere tutte le famiglie, in maniera democratica, ma faremo ancora la politica sui rifiuti. Inoltre sposteremo risorse per incrementare il reddito di inclusione e, infine, per alcune categorie specifiche va rivista l’Imu».

Ciarapica: «E’ possibile e lo farò. Questa amministrazione ha diversi milioni in più. In questi anni sono aumentate Imu, asili, pubblicità, tassa rifiuti. La scelta è stata incidere sulle tariffe e usare in soldi per altro. Inoltre la pressione fiscale potrebbe essere diminuita eliminando i costi del microchip sui sacchetti dei rifiuti che rappresentano una grossa spesa. In questo modo il Comune risparmierebbe circa 500 mila euro l’anno».

Mei: «Abbassare le tariffe si può anche perché siamo al massimo. Sicuramente va fatto qualcosa sul fronte della spesa per il servizio di gestione e smaltimento dei rifiuti, perché paghiamo al Cosmari qualcosa come 7.5 milioni l’anno circa e credo sia una cifra scandalosa. Ma, su questo argomento preferisco non pronunciarmi ora perché prima vogliamo entrare in Comune e leggere le carte».

Ghio: «Una strada da seguire è certamente quella di introdurre anche il sistema premiante nella tariffazione della Tari. Il cittadino dovrebbe pagare in base alla quantità dei rifiuti che produce, ma questo presuppone la lettura del microchip che però ancora non è stata applicata in città, eppure porterebbe parecchio beneficio, soprattutto alle famiglie. Inoltre, per tutta una serie di attività produttive, occorrerebbe studiare una differenziazione della tariffa».

Capodarca: «Il bilancio deve essere sociale e partecipato, fatto da terze persone che siano esperte di conti e che prestino possibilmente gratis la loro opera alla città. E voglio poi dire che di questa sbandierata diminuzione del debito, le famiglie non si sono proprio accorte».

Papiri: «Chi subentra a questa amministrazione dovrà rivedere il bilancio. C’è da buttare tutto per aria per ristrutturare la capacità di spesa e rendere merito di quel che è stato fatto bene, ma denunciare quel che non va. Ad esempio, chi ha amministrato fino al 2012 ha lasciato il caos. poi c’è il bilancio appena approvato, il consuntivo del 2016, che voglio verificare perché presenta delle incongruenze sul risultato finale e il giudizio dei revisori mi sembra sommario. la questione gira intorno alla fase del riaccertamento dei residui attivi e passivi, con la cancellazione dei crediti e dei debiti che vorrei controllare voce per voce, ha provocato uno choc contabile in tutti i Comuni. Quanto alla questione dell’indebitamento, è diminuito di soli 3 milioni e qualcosa di euro. Con questo quadro, con un bilancio ingessato, e senza avere ancora tutte le carte in mano, dico che si fa fatica a diminuirele tasse.Ma, si può intervenire sul patrimonio pubblico, e lo dice anche la relazione dei revisori dei conti».