Muore a 13 anni per un bagno, padre colto da malore

In mare con gli amici, poi è sparito. Un urlo disperato: "E' qui sotto" LE FOTO IL VIDEO

Civitanova, i soccorritori cercano di rianimare il 13enne

Civitanova, i soccorritori cercano di rianimare il 13enne

Civitanova Marche (Macerata), 19 maggio 2015 - Annega mentre fa il bagno (foto e video) in una giornata di sole, con il mare una tavola. Doveva essere un pomeriggio spensierato, il primo bagno della stagione assieme agli amici ed è finita in tragedia. Un tredicenne, Ibrahima Cisse, senegalese da otto mesi in Italia, è scomparso davanti alla spiaggia dello chalet Aloha, a 10 metri dalla riva inghiottito dal mare tra gli scogli e la battigia, in una pozza d’acqua.

Non sapeva nuotare raccontano gli amici, ma difficile rassegnarsi al fatto che sia annegato in quel tratto di litorale dove si tocca. Forse un malore. Straziato il padre (la mamma è in Senegal) che poi si è sentito male in ospedale. Disperati gli amici quando uno dei soccorritori riemerge e grida che è lì sotto e cade la speranza che si fosse allontanato per andare magari a casa, perché abitava sul lungomare nord, davanti all’Ippocampo. Invece era sul fondale, un corpo esile che tante mani hanno issato a bordo del moscone con cui lo hanno riportato a riva, mani che gli hanno praticato per 45 minuti il massaggio cardiaco, ma il cuore non è ripartito.

Il ragazzino è rimasto sott’acqua probabilmente un’ora. Sono le 18 quando raggiunge la spiaggia la comitiva di ragazzi, dopo l’allenamento con la Vis Civitanova, la società in cui Ibrahima, che aveva la passione del calcio, si allenava. C’è voglia di estate e di divertimento, decidono di fare il bagno, sciàmano allegri tra gli chalet Re Sole e Aloha. In 100 metri di litorale sono tuffi e schizzi e risate. Cosa accada poi nessuno lo ha saputo dire con certezza. Guardia costiera e carabinieri hanno aperto un’inchiesta.

I ragazzi dicono che l’amico non sapeva nuotare, che forse scherzava facendo finta di annegare. Hanno giocato tenendosi a cavalcioni e lui si tuffava. Altri lo hanno visto tornare dagli scogli e poi di essersi distratti. Da quel momento Ibrahima scompare. Lo cercano, il borsone è sulla spiaggia, ma qualcuno va fino a casa, magari è là. Invece no. Parte l’allarme da Re Sole e da Aloha alla Capitaneria di porto, esce una motovedetta, si muovono un istruttore Fin e aspiranti assistenti bagnanti, lì per fare un corso, e altri ragazzi che spontaneamente si immergono. Dalla spiaggia una piccola folla guarda e spera. Gli amici della Vis Civitanova e i compagni di terza della media Pirandello guardano il mare con gli occhi gonfi di lacrime. Alle 19 Nico Sembroni, uno dei soccorritori, lancia un urlo. Lo ha trovato.

Lo raggiungono in un attimo Marco Santini, Mattia Mandozzi, Roberto Mazzoni. Vengono chiamati vigili del fuoco e Croce Verde. Quasi un’ora di manovre rianimatorie, poi la corsa all’ospedale. «Siamo arrivati tutti a dare una mano e abbiamo sperato fino alla fine» racconta Marco Santini, uno dei generosi ragazzi, e milite della Croce Verde, che ce l’ha messa tutta e che è tornato a casa col cuore gonfio di tristezza. Salma a disposizione della Procura. L’autopsia farà luce sulle cause dell’annegamento.