Giovedì 18 Aprile 2024

"Non ho aggredito quella donna". Intanto la polizia sequestra i fucili

Tensione nelle case popolari: sette persone vivono in sessanta metri

INDAGINI La polizia ha raccolto la denuncia della donna,  ma il presunto aggressore nega ogni addebito (foto di repertorio)SUICIDIO VIA MAZZINI

INDAGINI La polizia ha raccolto la denuncia della donna, ma il presunto aggressore nega ogni addebito (foto di repertorio)SUICIDIO VIA MAZZINI

Civitanova Marche (Macerata), 26 novembre 2014 - «Non ho picchiato nessuno. Ho semplicemente chiuso la porta in faccia a quella donna che stava urlando contro mia madre. Il problema è che in quell’appartamento vivono sette persone e la situazione è insostenibile». A parlare è C. C., il civitanovese denunciato da una donna marocchina che lo accusa di averla colpita con un pugno al volto. Una circostanza che il diretto interessato derubrica a «favoletta completamente inventata».

Teatro della contesa è un palazzo di case popolari in via Verga. Qui – ha denunciato la donna – una banale lite tra condòmini sarebbe finita con un’aggressione che alla donna è costata una frattura allo zigomo e una prognosi di 25 giorni. Ma l’uomo nega tutto. A scatenare la lite sarebbe stata la caduta di una maglietta sul terrazzo di C. C., mentre la marocchina stava stendendo il bucato. La donna sarebbe scesa per recuperare l’indumento e, per tutta risposta sarebbe stata assalita.

«Quella donna – ribatte il civitanovese – si è presentata alla nostra porta e ha iniziato a urlare contro mia madre. Io non le ho detto niente, né tantomeno l’ho aggredita. Ho semplicemente chiuso la porta». L’uomo svela poi che a presentarsi al pronto soccorso non sarebbe stata la donna del diverbio, ma un’altra che vive nello stesso appartamento. «La donna con il volto tumefatto – dice C. C. – non è quella che si è presentata alla porta, ma un’altra marocchina che vive in quella stessa casa. Il problema è che in un appartamento da 60/70 metri quadrati vivono sette persone. E per quanto uno si voglia comportare bene, è ovvio che si crea molta confusione. Peraltro sembra che in quella casa vivano solo di notte: è un grosso fastidio per noi come per gli altri vicini. Sono mesi e mesi che danno fastidio: quando stendono il bucato, quella casa sembra un accampamento di nomadi».

La marocchina, nella sua denuncia, ha detto di essere stata minacciata con un fucile in un’altra occasione. «Non è vero – replica il civitanovese –. Ha anche raccontato di essere stata insultata da tutta la famiglia, ma quando si è presentata alla nostra porta, mio padre era fuori casa». Intanto però, per precauzione, la polizia ha provveduto a sequestrare i fucili di proprietà del padre dell’uomo. Quest’ultimo, per far valere le sue ragioni, si è rivolto all’avvocato Giancarlo Nascimbeni.