Civitanova, 28 ottobre 2011 - Indagine ambientale nell’area del porto, a ridosso del ‘panettone’ di ghiaia inquinata appoggiato al molo sud. Le ricerche interessano l’area retanti, che è circostante alla concessione della società Api di Falconara. Sono iniziati ieri i lavori e proseguiranno anche oggi. Saranno effettuati dalla Petroltecnica Spa di Rimini, ditta altamente specializzata nel settore e che è già intervenuta in passato nella zona portuale di Civitanova. Le operazioni di indagine consisteranno nella messa in sicurezza dell’area con l’obiettivo di rimuovere una porzione di terreno contaminato da idrocarburi fino alla profondità massima di un metro e con l’ausilio di un escavatore a risucchio. Nel comparto interessato dalla attività di ricerca, per tutta la durata dei lavori, sarà vietato ai veicoli e ai pedoni l’accesso, il transito, la sosta e la fermata, limitatamente alla zona del cantiere che è stata segnalata e circoscritta sulla base di un’ordinanza emessa dalla Capitaneria di Porto cittadina. La società romagnola lavora anche con l’autorizzazione del Servizio Demanio del Comune. Tutta quella sezione portuale è interessata dall’inquinamento da idrocarburi che ha determinato già l’isolamento di una porzione di spiaggia, quella occupata dal ‘panettone’.

 


Anche lì sotto, a una profondità di circa 80 centimetri, venne individuata la presenza di Ipa (Idrocarburi policiclici aromatici) e tre anni fa una sezione di circa 200 metri lineari di spiaggia venne raschiata e tutta la ghiaia raccolta, risultata contaminata, fu addossata al molo nord e coperta con un telone per isolarla dal contatto con le persone. Il ‘panettone’ sarà lì anche il prossimo anno, quindi per la quarta estate consecutiva, perché il Tar ha fatto sapere di aver fissato al 7 giugno del 2012 l’udienza che dovrà decidere a chi tocca rimuovere quel cumulo di ghiaia e, soprattutto, pagare la bonifica che è la questione su cui hanno instaurato un braccio di ferro Comune e Ministero dell’Ambiente. Una roba da circa un milione di euro di costi. L’amministrazione respinge le sue responsabilità, convinta che l’intera operazione debba gravare sulla spalle dello Stato, viste anche le condizioni non certo floride dei bilanci locali. Ma il Ministero da questo orecchio pare non sentirci e davanti al Tar sosterrà la tesi che le spese di bonifica tocchino invece al Comune.