Civitanova, 20 aprile 2012 - INCIAMPA in un ‘incidente’ con l’Islam la Fornarina. Lo spot della nota griffe italiana di moda, che ha cuore e testa dell’azienda a Civitanova, è stato contestato in Marocco. Le protesta contro la nota azienda del fashion Made in Italy sono state innescate dal lancio della campagna pubblicitaria della stagione primavera-estate di quest’anno, girate a Marrakech. Per alcuni esponenti islamici, i più estremisti, si tratterebbe di immagini e di video dal contenuto offensivo verso la religione musulmana. Le riprese e gli scatti effettuati nel paese magrebino hanno come teatro una Madrassa, ovvero una scuola islamica, che però da anni non è più un luogo di culto, perché sconsacrata e aperta al pubblico, anche di religione non musulmana.

IL PERMESSO a muoversi in quel luogo, e ad effettuare lo spot, è stato dato alla Fornarina dal governo marocchino che ha rilasciato tutte autorizzazioni, non ravvisando nell’attività dell’azienda alcuna offesa. Ma, questo non è bastato a placare alcuni attivisti islamici che hanno iniziato la contestazione. La vicenda è rimbalzata sugli schermi della tv satellitare saudita Al Arabiya. L’emittente ha dedicato ampio spazio al caso, intervistato marocchini in patria e anche alcuni di quelli che vivono in Italia, tutti molto arrabbiati e generosi di dichiarazioni di condanna.

IL VIDEO galeotto mostra una modella, con vestiti succinti, ripresa all’interno di una storica scuola religiosa a Marrakech. Nelle immagini la ragazza posa e si muove nell’atrio interno della Madrassa. Alle sue spalle, pareti con bassorilievi e incisioni di versi del Corano, il libro sacro dei musulmani. «Sono immagini offensive e provocheranno reazioni di rabbia e di condanna sul terreno», ha commentato ai microfoni di al Arabiya, l’attivista islamico locale Abdul al Ghani Ballut. L’uomo ha accusato anche il governo del suo paese per aver concesso il permesso alle riprese. Il video backstage era stato caricato nel sito internet della Fornarina che ha comunicato di aver provveduto a rimuovere le immagini risultate offensive.