Civitanova, 11 gennaio 2013 - RIPARTE la polemica su via Almirante. Dopo l’annuncio del presidente della commissione Toponomastica, Yuri Rosati (Pd), che la targa verrà rimossa e non svetterà più all’ingresso della strada di accesso alle scuole dell’area Micheletti, arriva la conferma del sindaco Tommaso Corvatta: «Quella per noi e già l’ex via Almirante. Non so in quali tempi, perché della questione si occuperà la commissione Toponomastica, ma è deciso che verrà tolta. Via Balbo? Una per volta».

E contro la cancellazione dallo stradario dell’ex leader del Movimento Sociale e gerarca del regime fascista, insorge Pierpaolo Borroni, consigliere comunale (federazione centro destra - Fratelli d’Italia): «La proposta di spostamento di via Almirante è la cartina di tornasole per misurare le modalità con cui la giunta Corvatta sta amministrando Civitanova. Dopo la vicenda dei rom con cui abbiamo guadagnato negativamente la cronaca nazionale sul Corriere della Sera, dopo la cancellazione ideologica di Popsophia in quanto creatura della giunta Mobili, adesso Corvatta ha deciso un’altra importante priorità per Civitanova: cancellare via Almirante».


BORRONI ci tiene molto a difendere quella targa, di cui conservava un esemplare nel suo ex ufficio in Comune, e chiama in causa Gramsci: «In 15 anni il centrodestra non ha toccato e neppure pensato di cancellare piazza Gramsci. Per cui, faccio una proposta alla Commissione; iniziare un percorso di ‘pacificazione toponomastica’ in cui i principali leader politici italiani siano reciprocamente accettati senza ideologie di sorta. Non si può negare che molti italiani abbiano visto in Gramsci una guida e un uomo da cui prendere esempio e allo stesso tempo altri ritengono che Almirante sia stato un carismatico capo dalla straordinaria chiarezza intellettuale». E propone «invece di stupide ripicche, una via a Craxi e ad altri eventuali leader che la Commissione possa individuare collegialmente. In questa maniera si arriverebbe ad proposta capace di porre fine alla faida ideologica».


di Lorena Cellini