Civitanova, 13 gennaio 2013 - ROTTAMATA dall’assessore Francesco Peroni (Federazione Comunista), prima ancora che dalla commissione toponomastica, la targa di via Giorgio Almirante. Ieri mattina ha compiuto un gesto simbolico destinato a scatenare la bagarre: l’ha gettata in uno dei cestini del palazzo comunale. Quella targa era per la verità da mesi relegata in un angolo polveroso perché i precedenti inquilini del Municipio, di centrodestra, dopo averla esibita per anni nell’ufficio dell’ex presidente del consiglio comunale Pierpaolo Borroni, se ne sono andati abbandonandola lì. A innescare la reazione di Peroni proprio le dichiarazioni di Borroni che, nel contestare l’intenzione della commissione Toponomastica di sopprimere dallo stradario via Almirante, ha accostato il nome dell’ex leader dell’Msi a quello di Antonio Gramsci.
 

«UN’OFFESA alla storia — dice — paragonare Gramsci ad Almirante, un criminale di guerra fascista che ha firmato decreti di fucilazione dei partigiani». La questione minaccia di diventare un caso nazionale. Anna Rombini, segretario provinciale de La Destra, promette: “Informerò della decisione della giunta civitanovese la moglie di Almirante, Donna Assunta. È inaccettabile cancellare chi ha lasciato un segno indelebile nella storia nazionale dell’Italia. Almirante merita di essere ricordato per una ragione che gli riconoscevano tutti, avversari compresi: è stato il miglior oratore politico della Repubblica italiana, è stato il simbolo delle speranze di rinascita di una buona parte di italiani». E accusa il centrosinistra di essere «schiavo di pregiudizi e preconcetti».
 

SUL PARALLELO tra Gramsci e Almirante interviene anche il Pd con il capogruppo consiliare Mirella Franco che attacca Borroni: «Confonde vittime e carnefici. Gramsci, oltre che fondatore del partito comunista, pensatore e filosofo, venne tenuto in carcere dal regime fascista non per aver compiuto atti criminosi, ma unicamente per le sue idee politiche. Almirante, è meglio noto semmai per il suo ruolo nella Repubblica di Salò e soprattutto per essere tra i firmatari, nel 1944, dei manifesti che decretavano la fucilazione dei partigiani italiani. Diciamolo pure in altri termini: Antonio Gramsci rappresenta le vittime del fascismo, Giorgio Almirante rappresenta il fascismo».
 

LA STRADA contesa è quella di accesso alle scuole medie e al liceo nel quartiere sud che però ancora oggi non sono accatastate sotto via Almirante ma come ‘zona Micheletti’.
 

Lorena Cellini