Civitanova, 16 gennaio 2013 - «LO SGARBO non lo ha fatto a me o alla memoria di Giorgio Almirante, ma alla sua città e al sindaco che, anni fa, aveva deciso di intitolare una via a un grande uomo». Non c’è rabbia nelle parole di Donna Assunta, che però commenta con la classica verve che la contraddistingue la decisione, presa dall’assessore civitanovese Francesco Peroni, di buttare nel cestino la targa di via Almirante. Donna Assunta, insieme alla figlia Giuliana, saranno a Civitanova sabato per «guardare in faccia» chi sta prendendo la chiacchierata decisione, ma soprattutto per portare il loro saluto e il ringraziamento «ai tanti cittadini e ai quei politici che avevano pensato, anni fa, di onorare un grande uomo come Giorgio Almirante». La scelta di cancellare la via, confermata dal sindaco Corvatta che l’aveva messa pure nel suo programma elettorale, quindi è destinata ancora a far discutere, sebbene Donna Assunta scherzi e tranquillizzi gli animi dicendo che non verrà «armata di mitra». Ma per l’assessore, che non viene mai citato per nome, non ci sono parole benevole. «Sono già stata a Civitanova — continua Donna Assunta — e conosco la bontà e l’intelligenza di chi ci abita, quindi mi stupisco come si sia potuto votare un essere così squallido. Quell’uomo deve sapere che da oggi sarà sempre nei miei pensieri. Purtroppo ognuno di noi quando nasce viene dotato di intelligenza e di un cervello per ragionare, ma in questo caso siamo di fronte a un povero di mente».

 

LE VIE delle polemiche sono infinite. Soprattutto a Civitanova, e non solo per quelle intitolate a personaggi che didivono come Almirante, ma anche per quelle che mancano. Via De Gasperi, per esempio è arrivata da poco, ma è stata relegata in una stradina senza sbocco. Nenni, La Malfa, Giolitti, tanto per citarne alcuni, non esistono per niente. In compenso però ci sono Italo Balbo, Almirante, ancora per poco, e Craxi è stato al centro di un lungo dibattito. Insomma, Civitanova è l’esempio più lampante di come l’intitolazione di una via possa trasformarsi in un’occasione di scontro ideologico. Nella città del sindaco Corvatta, la polemica si è riaccesa dopo la scelta dell’amministrazione di cambiare la via intitolata al leader dell’Msi. Poi la foto dell’assessore Peroni, che si è fatto immortalare mentre gettava la targa nella spazzatura, ha fatto il resto. Tanto che sabato arriverà da Roma addirittura Donna Assunta. Ma di casi particolari in provincia ce ne sono anche altri.

A MORROVALLE, per esempio, via Che Guevara esiste da circa trent’anni e l’attuale sindaco, nostante l’estrazione politica di centrodestra, non ha nessuna intenzione di cambiare. «E’ stata intestata — spiega Stefano Montemarani — nella legislatura 1983-88. Mi ricordo ci furono polemiche, ma poi il consiglio deliberò a maggioranza. E adesso non abbiamo nessuna intenzione di metterci in questo tipo di problematica». Rimanendo sempre nel campo dello scontro ideologico, ma lasciando la toponomastica, come non citare la vicenda del Palazzo dei Priori a Montecassiano? L’amministrazione tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 decise di riportare alle luce, con vernice dorata, alcune scritte del periodo fascista che si trovavano sulle travi di una sala. Apriti cielo. La protesta raggiunse pian piano una dimensione provinciale, tanto che alla fine intervenne anche la Soprintendenza, ordinando di riportare le scritte all’aspetto originale. Infine, sempre il fascismo, e in particolare il duce, furono al centro di un’accesa polemica a Corridonia. Quella che si trovò ad affrontare il sindaco Nelia Calvigioni quando decise di restaurare un affresco di Mussolini a cavallo, realizzato dall’artista Guglielmo Ciarlantini nella sala consiliare. Qui però il restauro è andato in porto e alla fine tutti contenti. Fino all’intitolazione della prossima via.

Giovanni De Franceschi