Civitanova, 18 febbraio 2013 - SCUOTE LA CITTÀ il caso della lottizzazione familiare dei 164 scrutatori dei seggi elettorali, con la lista delle nomine consegnata in commissione elettorale infarcita di nomi accompagnati dallo sponsor politico. Tra gli ex amministratori e i consiglieri comunali di centrodestra coinvolti, poca o nessuna voglia di commentare l’ingaggio dei figli e le raccomandazioni distribuite a pioggia e perfino verbalizzate. Ci ha messo la faccia Fabrizio Ciarapica (La Destra), componente della Commissione, unico tra i consiglieri comunali del suoi schieramento a non figurare tra i padri o i padrini degli scrutatori. Sono tre le pagine dello scandalo: 45 nomi con 33 segnalazioni e l’investitura a figli e parenti di politici. L’ex sindaco Massimo Mobili sponsorizza 3 nomine, i consiglieri comunali Sergio Marzetti (3), Ermanno Carassai (3, tra cui due figlie), Giovanni Corallini (2, tra cui la figlia), Claudio Morresi (2), Erminio Marinelli (2). Distribuiscono raccomandazioni anche Pierpaolo Borroni (3), Giuseppe Baioni ex presidente Atac (2, le figlie), l’ex consigliere Ferdinando Nicoletti (1), l’ex presidente del consiglio provinciale Umberto Marcucci (1), Ivan Gori della commissione Biblioteca comunale (1). In lista anche i cognomi di Achilli (3), Mercuri (2), Morelli (2), Pizzicara (1), Rossi (2). Gori è tra i pochi che parla, attraverso il web: «Non ho indicato nessun parente, ma un giovane studente disoccupato, cosa di cui non mi vergogno e che rifarei». Anche Marcucci sceglie il web per spiegare di «aver segnalato una persona che ha perso il lavoro a dicembre». Anche altre sponsorizzazioni avranno sicuramente guardato a disoccupati e bisognosi, ma dalla invadenza della politica e dalla parentopoli dei seggi nessuno ha ancora perso le distanze.

NELLA documentazione presentata dal referente del Pd in Commissione elettorale, Gustavo Postacchini, non figurano «spintarelle», ma tra gli 87 nomi c’è il figlio del consigliere comunale Democratico Antonio Colucci. «Me ne assumo — dichiara Postacchini — la responsabilità. È un ragazzo disoccupato e l’ho inserito contro il volere del padre, ma posso già dire che domani (oggi ndr) verrà depennata». Postacchini svela un retroscena della riunione della Commissione elettorale. «Quando — racconta — ho visto la lista del centrodestra l’ho contestata e anche il segretario del Comune ha chiesto a Ciarapica se era pronto ad assumersene la responsabilità politica e lui ha risposto che quelle erano le indicazioni che aveva ricevuto. Il Pd? Il criterio che abbiamo seguito nel fare le nomine è stato incrociare l’elenco degli aspiranti scrutatori con le persone segnalate dai servizi sociali del Comune e con i disoccupati».

Livio De Vivo (Uniti per Cambiare), anche lui membro della Commissione elettorale, non ci sta ed essere messo nel calderone della parentopoli: «Sono stato il più corretto. Non ho nominato alcun parente e tra i nomi della lista che ho presentato ci sono disoccupati, studenti, perfino esponenti di Fli. Spero che quei politici che hanno fatto nominare i figli ora li facciano anche dimettere. In Commissione l’avevo fatto presente che non era corretto inserire i parenti. Certe cose non devono più capitare e chi le ha commesse — conclude De Vivo — dovrebbe vergognarsi».

Lorena Cellini