Civitanova Marche, 14 marzo 2013 - L’impresa è ardua, impossibile, ma a Civitanova genitori e insegnati si sono messi in testa di fermare Facebook o, almeno, limitarne l’influenza su studenti che lo usano come una clava per scagliarsi con insulti violenti contro i coetanei. Succede nella scuola media Annibal Caro dove professori e famiglie si stanno organizzando incontri. Il punto non è l’uso che gli adolescenti fanno dei tablet durante le lezioni. Il problema è quel che chattano da casa e che si ripercuote a scuola.

Ed è partita la controffensiva degli adulti per evitare casi di bullismo. Perché da qualche tempo gli studenti, di undici e dodici anni, da casa, tra un compito e l’altro, si scambiano insulti anche pesanti, e questo si ripercuote sulla vita scolastica e su quella di tutti i giorni. Sono stati alcuni genitori, preoccupati da atteggiamenti anomali dei figli, a volerci vedere chiaro e a parlare con gli insegnanti. «Stiamo organizzando — conferma la dirigente dell’Annibal Caro, Franca Santini — incontri con i genitori che ci hanno parlato di comportamenti inusuali dei loro ragazzi. Abbiamo capito che alcuni ragazzi abusano di Facebook, sono sempre davanti al pc senza avere gli strumenti per difendersi. Non chattano a scuola, ma a casa e usano il mezzo in maniera impropria. Il risultato è che alcuni rapporti tra compagni di classe si sono deteriorati e questo genera problemi anche a scuola. Abbiamo quindi pensato di organizzare incontri dei genitori con il Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni, ndr) per aiutarli a comprendere come agire e aiutare i ragazzi».

I genitori della Annibal Caro davanti al fenomeno non sanno che pesci pigliare ma c’è chi, come Catia Bigoni, lancia la battaglia ‘fermare Facebook’. «È con amarezza — dice — che guardo oggi i miei figli, quelli degli altri, e non posso che vedere il mio, il nostro, fallimento. I ragazzi stanno tutto il giorno a chattare o con il pc o con cellulari che gli compriamo, dotati di qualsiasi nuovo strumento tecnologico, eppure continuano ad essere infelici. Risucchiati e divorati dalla tecnologia, stanno perdendo la loro capacità di analisi e differenziazione. E noi genitori? Chiusi nei nostri sensi di colpa, troppo impegnati a correre dietro al lavoro, cosi Facebook diventa il loro referente, il loro modo distorto di comprendere la vita e le relazioni sociali. Fermiamo Facebook, smettiamola di permettere ai social network di distruggere la mente dei nostri ragazzi. E’ un accorato appello che rivolgo a ogni genitore, a ogni insegnante e autorità competente. Riprendiamoci i nostri figli!».