Macerata, 28 marzo 2013 - ‘’Un momento di rabbia e una spinta, ma dietro quel gesto c’e’ un dramma familiare lungo vent’anni. Gravi problemi legati alla condizione psichica della vittima, da ultimo appesantiti dalle difficolta’ economiche della famiglia’’. Queste le parole dell'avvocato Paolo Giustozzi che difende con la collega Valeria Attili Amedeo Belli, il piccolo imprenditore sessantenne che ieri, durante una lite, ha ucciso la moglie Anna Maria Gandolfi, 57 anni. Poi si è costituito nella caserma dei carabinieri di Loreto. ''Era in stato confusionale - ha spiegato il difensore - ma non ha tentato in alcun modo di nascondere cosa era successo''. Dopo un interrogatorio fiume nella caserma di Porto Recanati, Belli è stato sottoposto a fermo per omicidio preterintenzionale.

Il pm Cristina Polenzani ha disposto l’autopsia sul cadavere della vittima, per chiarire la dinamica del delitto. Ma per l’uxoricida, afferma il legale Giustozzi, ‘’il processo e’ solo parte di una tragedia immane: Belli e’ un uomo distrutto. Nonostante vivessero ormai separati non ha mai smesso di prendersi cura della moglie. La andava a trovare tutti i giorni per farle prendere le medicine, che altrimenti lei si rifiutava di assumere, e cercava di starle vicino, comunque’’. Il fatto che avesse una nuova compagna ‘’non c’entra nulla con quello che e’ accaduto’’.