Civitanova Marche, 19 maggio 2013 - Non solo non deve i 405mila euro pretesi da Banca Marche, ma dallo stesso istituto dovrà ottenerne più di 220mila. E’ la rivincita della ditta Cerquetti Gianfranco e Massimo, la cui vicenda riempì le cronache dei quotidiani, in quanto in forte difficoltà pur rivendicando dagli enti locali, Comune di Civitanova compreso, centinaia di migliaia di euro. Una lunga odissea da lì in avanti, durante la quale ha dovuto licenziare una quindicina di dipendenti e vendere attrezzature di lavoro per sopravvivere senza cancellare l’azienda dall’elenco ditte. A chiudere, i titolari non ci hanno mai pensato «per rispetto della storia di famiglia».

La ditta, infatti, venne creata nel 1951 dal nonno Serafino che la passò ai figli Mario e Umberto, dai quali Gianfranco e Massimo l’hanno ereditata. Sotto la loro gestione, è stato potenziato il settore movimento terra e lavori stradali e ridotto l’iniziale attività agricola. Nessuna cancellazione ma forte ridimensionamento, con dolorosi licenziamenti. E’ la storia purtroppo vissuta da molte altre aziende artigianali.

I debiti supposti con Banca Marche, quindi, sono diventati crediti, anche se, paradosso dei paradossi, il giudice del tribunale di Macerata ha ritenuto di rinviare la causa al febbraio 2015, per l’enorme carico di lavoro. A sovvertire le posizioni «creditore/debitore» è la relazione tecnica del consulente d’ufficio del tribunale, Roberto Romagnoli, incaricato dal giudice. La vicenda inizia il 31 agosto 2011, quando il tribunale di Macerata, su richiesta di Banca Marche, ingiunge con decreto alla Cerquetti il pagamento di quasi 406 mila euro a favore dell’istituto per debiti maturati a vario titolo. La ditta ritiene che solo l’indebita applicazione di costi e competenze aveva fatto maturare l’esposizione bancaria e si oppone al decreto. Per tutta risposta, nel febbraio 2012 la Banca notifica il precetto di pagamento ridotto a 250mila euro, minacciando il pignoramento di beni e crediti anche presso terzi. I titolari però non mollano. I legali Giuseppe Baldassarre, del foro di Bari nonché dirigente di primo piano della Federcontribuenti, e Alessandra Biondini del foro di Macerata, intensificano la battaglia e chiedono la perizia contabile. Il Ctu nominato, Romagnoli, appunto, procede a una ricostruzione analitica della vicenda e ricalcola minuziosamente i movimenti tra ditta e banca. Nei giorni scorsi la deposizione della perizia: nessun debito della Cerquetti ma un credito calcolato fino all’ultimo centesimo: 220.634,88 euro! Ma per esigerlo, si dovrà aspettare il 2015.

Giuliano Forani