Civitanova Marche (Macerata), 5 settembre 2013 - Amarezza e sconforto fra i commercianti del centro storico di Civitanova Alta per il trasferimento del tribunale a Macerata. "È la mazzata finale di un processo progressivo di perdita di funzioni della nostra cara e non... amata (evidentemente) Città Alta — esordisce Paola Recchi, titolare della storica tabaccheria di piazza della Libertà —. Spero che almeno resti il giudice di pace. Il trasloco è stato già avviato la scorsa settimana, ho visto che oggi e domani andranno avanti ancora. È l’immagine plastica del nostro abbandono. Si vocifera, spero che non sia vero, che anche gli uffici della Asl (in piazzale Garibaldi, nella sede del vecchio ospedale, ndr) verranno tolti. Allora a quel punto possiamo chiudere totalmente i battenti, con una Porta Marina già ingabbiata da mesi, in attesa che sia restaurata. Tutto il declino ha preso il via con il trasferimento prima di Ragioneria, poi del Classico".

"C’è poco da commentare, qui c’è rimasto ormai solo il cimitero! L’unica realtà in espansione. Guardi qui in via Roma che deserto! Ed è solo mezzogiorno", dice Alessandro Casali, nato e residente a Civitanova Alta, di professione postino. Dentro le mura esistono ormai – sì e no – 40 piccole attività commerciali, ognuna in equilibrio precario.

"Rispetto a 14 anni fa quando ho aperto il mio baretto-pasticceria — ci dice Roberto Romoli — la flessione delle vendite è stata del 60%. Avevo anche alcuni clienti fissi che lavoravano negli uffici giudiziari, i quali mi hanno preannunciato che fra qualche giorno non verranno più a causa del trasloco. Civitanova Alta è un fantasma! Nel corso dell’estate non abbiamo potuto recuperare come gli altri anni, perchè con Futura Festival non abbiamo potuto mettere i tavolini fuori e poi non c’è stata gente come nei 4 anni precedenti con Popsophia e Tuttoingioco".

"Qualche turista straniero in più nei mesi di luglio e agosto s’è visto — aggiunge Daniela Del Medico, sempre de La Nuova Torre — bisognerebbe valorizzare meglio Civitanova Alta". "Il nostro è il solito disco incantato — afferma mestamente Lorenzo Monteverde, 44 anni passati al Bar Annibal Caro — con la crisi economica l’attività del bar è diminuita, abbiamo compensato con la pizzeria, ma se il tribunale chiude non avremo quel flusso di gente che finora c’è stato, dando ossigeno al nostro centro storico. Si potrebbe compensare con il turismo, ma guardi come siamo messi: con il Palazzo Ducale incartato da un decennio".

"È tutto davvero triste — commenta Mariella Lambertucci, commerciante — però siccome il trasloco del tribunale è qualcosa di inevitabile, bisogna che ripartiamo sotto il profilo del richiamo turistico e del tempo libero". "Lavoravo parecchio grazie al tribunale — afferma Maicol Silvestrini, titolare dell’edicola cartoleria di piazza —. Il trasloco a Macerata significa meno lavoro per tutti. Purtroppo, invece di salvaguardare la Città Alta, ci sembra che vi sia stato l’impegno a smantellare il centro storico. Per un tribunale che chiude bisogna rivitalizzare questo scrigno d’arte e d’architettura, che Popsophia aveva intelligentemente avviato".

Ennio Ercoli