Civitanova, 22 novembre 2013 - IL CENTRO, una volta motivo di richiamo per le sue boutique che invitavano allo shopping, continua a svuotarsi anche dei suoi esercizi storici e di maggior prestigio. Un’emorragia incessante che ha colpito (e continua a colpire) corso Umberto, via Dalmazia, via Duca degli Abruzzi e dintorni. Non fa eccezione piazza XX Settembre, altro salotto eccellente della città, passaggio obbligato per tante famiglie in vena di spendere provenienti anche dai centri vicini. Da qualche settimana, vistosi manifesti annunciano maxi sconti su tutti i prodotti e chiusure irrevocabili. Tra questi Taboni Uomo, una delle boutique più antiche di Civitanova. Abbasserà definitivamente le serrande il 31 dicembre. Basta commercio, non se ne parla più. Inutile chiedersi il motivo per cui la scelta viene fatta.
 

«VENT’ANNI fa, l’idea di chiudere non mi avrebbe neanche sfiorato», dice Leo Taboni, che ha avviato l’attività con il fratello Tony nel lontano 1962, «avrei passato tutto al figlio e non ci sarebbero stati problemi. Oggi l’attività non ti dà più alcuna garanzia, e allora non vale la pena, si cercano altre alternative». Meglio un impiego in qualche ufficio pubblico dei rischi del commercio, stipendio sicuro e buonanotte suonatori. Come dire «pochi, benedetti e subito». Taboni è nella storia del commercio cittadino, sempre negli stessi spazi di piazza XX Settembre, sin da quando l’attività è stata aperta. Cinquantuno anni fa. «Aprimmo quando il palazzo della galleria era ancora in fase di costruzione — dice ancora Leo — e da allora non ci siamo più mossi. Per diversi anni abbiamo venduto un po’ di tutto, poi ci siamo specializzati nell’ abbigliamento uomo».
 

POCO più lontano da Taboni Uomo c’è Shilton Camiceria, altra boutique destinata a chiudere alla fine dell’anno. La Shilton ha una storia più recente ma ugualmente importante. Il titolare ha un’azienda artigianale a Camerano, specializzata soprattutto in camiceria, maglioni e cravatte, e a Civitanova ha aperto i battenti nel 1995. Artigianato puro e lavori anche su misura, in caso di richiesta. Oggi, però, non vale più la pena tenere aperto. Decisione sofferta ma inevitabile. Tante le cause. Su tutto, la crisi generale che riduce le capacità di spesa per tante famiglie; l’accerchiamento dei supermercati che continuano a proliferare; e infine, ma non perché meno importanti, i prezzi di affitto che se ieri potevano essere sopportati oggi non lo sono più. In centro, a Civitanova, crisi o non crisi, si continua a chiedere affitti esorbitanti, fino a 1.800/2000 euro per 25-30 metri quadrati di negozio. E a lavorare per pagare l’affitto non se la sente più nessuno.
 

Giuliano Forani