Civitanova (Macerata), 16 gennaio 2014 - LA GELOSIA e le difficoltà economiche sarebbero dietro al tentato omicidio di Daniela Martini, 44 anni. Lo ha confessato ieri il marito Giovanni Aireti, dando la sua versione dei fatti nell’udienza di convalida dell’arresto in tribunale a Macerata.

Dopo averlo ascoltato, il giudice ha disposto che rimanga in carcere. Aireti, 64 anni, assistito dall’avvocato Roberto Gaetani, ha parlato di una situazione famigliare logora già da diverso tempo. «Lunedì mattina abbiamo iniziato a litigare — ha dichiarato al giudice Domenico Potetti —, mi diceva che voleva andarsene, che ero un disgraziato. Lei aveva in mano un coltello, io gliel’ho strappato e in un raptus l’ho colpita».

Aireti ha spiegato che da tempo la moglie gli aveva annunciato che voleva separarsi e andarsene. Lui, che ha dichiarato di soffrire di depressione e di essere in cura per questo, era convinto che lei avesse un altro: da qualche tempo la vedeva più curata, e non sapeva dove se ne andasse in giro con la macchina quando lui era al lavoro in fabbrica, alla Mondialsuole. E poi c’era la questione economica. Con lo stipendio di 1.200 euro al mese, Aireti doveva mantenere la sua famiglia e i due figli avuti da un precedente matrimonio. La moglie lavorava saltuariamente in nero, come badante e colf, ma nulla dei suoi guadagni confluiva nel budget domestico. Una situazione insostenibile per lui, che non riusciva più a far fronte a tutte le spese: lunedì mattina, all’ennesimo litigio con Daniela, ha perso il controllo ed è esploso. In aula ha mostrato i segni della colluttazione con la moglie, sei ferite alla mano, per dimostrare di aver strappato il coltello dalle mani della moglie al culmine del violento litigio.

IN SUA DIFESA, l’avvocato Gaetani ha chiesto di qualificare i fatti come lesioni, e non come tentato omicidio. Ma alla fine il giudice Potetti ha confermato l’accusa più grave ipotizzata dal sostituto procuratore Andrea Belli, e per questo, oltre che per la pericolosità sociale, ha disposto per Aireti la misura cautelare in carcere: l’operaio dunque per ora rimarrà in carcere a Montacuto. Per altro all’uomo, a cui mancano pochi mesi per la pensione, non sarebbe stato permesso di tornare a casa, e avrebbe avuto difficoltà a trovare e pagare un altro alloggio, considerato anche che dopo questo fatto facilmente perderà il lavoro.
Sulla gravità del suo gesto, sulle conseguenze, il civitanovese è sembrato ancora piuttosto confuso. Ora le indagini proseguiranno, per chiarire meglio i dettagli della drammatica vicenda.

INTANTO, la moglie è ancora ricoverata all’ospedale di Civitanova. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi, ma le sue condizioni sono in via di miglioramento. Non appena sarà possibile, la polizia ascolterà anche la sua versione in merito a quanto accaduto nel loro appartamento lunedì mattina.

di Paola Pagnanelli