Civitanova, 1 aprile 2014 - TREDICI STUDENTI sospesi in una scuola per indisciplina e tutti frequentano la stessa classe. Sono stati allontanati dalle lezioni e qualcuno resterà a casa una settimana. La stangata si è abbattuta su una classe del primo anno dell’Istituto tecnico commerciale e geometri «Filippo Corridoni» di Civitanova Alta. I provvedimenti sono stati deliberati dal Consiglio di classe del 6 marzo, confermati dal Consiglio straordinario del 12 marzo e comunicati in questi giorni alle famiglie tramite lettera firmata dal dirigente scolastico, Antonietta Alesiani, e dal coordinatore di classe Daniela Sartecchia. E’ una punizione esemplare e nella comunicazione inviata alle famiglie si parla di «grave situazione disciplinare alla base delle sospensioni delle attività scolastiche nei confronti di tredici studenti, ciascuno dei quali avrà l’obbligo di assentarsi dalle lezioni nei giorni stabiliti dal Consiglio.

Contestualmente, si è concordato un atteggiamento uniforme, da parte di tutti i docenti, nel contenere i comportamenti negativi e nel valorizzare gli alunni che lo meritano e che, ogni giorno, si recano a scuola con impegno e responsabilità. Confidiamo sulla vostra collaborazione per monitorare in tempo reale l’evolversi della situazione, certi che la sinergia tra la scuola e la famiglia sia sempre efficace». La sospensione record falcidia la classe, composta da 27 ragazzi e si tratta di una stangata che — a detta delle famiglie — poggia sulle note comminate dagli insegnanti, singole e di classe, accumulate dagli studenti e rimediate per l’uso del cellulare durante la lezione, perché c’è chi chiacchiera e disturba mentre il prof spiega, perché qualcuno ha copiato il compito o perché i docenti hanno ravvisato un comportamento esuberante, fastidioso e in qualche caso pericoloso in classe.

NON SONO delinquenti e nemmeno bulli i ragazzi allontanati dalla scuola, ma la pena decisa per loro è durissima. Non a tutti i genitori la mano pesante scelta dalla scuola appare davvero efficace e qualcuno ha intenzione di confrontarsi con la direttrice. «Mio figlio — racconta la madre di uno dei ragazzi puniti che preferisce restare per ora nell’anonimato — non è uno stinco di santo e sono la prima a chiedere severità quando sbaglia. Quindi non sto a difenderlo e sono anche consapevole che non è facile il compito degli insegnanti. Ma sospendere tredici studenti e tutti della stessa classe mi pare esagerato. E’ come se la scuola avesse abdicato al suo ruolo e volesse liberarsi di loro. Siamo ancora al percorso obbligatorio degli studi e ho qualche dubbio che questo sia il metodo educativo migliore, soprattutto se i cosiddetti cattivi vengono puniti e allontanati per valorizzare i migliori, come viene ammesso nella lettera. Credo che in questa vicenda ci siano tanti motivi di riflessione non solo per noi genitori, ma anche per i docenti».