Civitanova Marche (Macerata), 22 settembre 2013 - C’ERANO i figli, il cognato, ma in aula neppure una parola è stata scambiata tra i familiari e Graziano Palestini, il civitanovese arrestato per l’omicidio della moglie Maria Pia Bigoni, di 66 anni. Per quel fatto, avvenuto il 17 settembre scorso, ieri mattina a Macerata si è tenuta l’udienza preliminare. In tribunale si sono presentati sia l’imputato, portato dalla polizia penitenziaria di Montacuto, sia i parenti, ma tra loro non c’è stato alcuno scambio durante l’udienza, per altro durata poco e chiusa con un rinvio.

Infatti l’avvocato difensore Luca Pascucci ha fatto subito presente che con lui, ad assistere Palestini, era stato nominato anche l’avvocato Luca Forte, che però non aveva ricevuto le notifiche dei provvedimenti di chiusura delle indagini, richiesta di rinvio a giudizio e fissazione dell’udienza preliminare. Di fronte a questa obiezione, il giudice Domenico Potetti non ha potuto fare altro che rinviare l’udienza, per consentire le dovute notifiche anche all’avvocato Forte. Se ne riparlerà comunque presto, il 4 giugno, visto che l’imputato è detenuto e questo impone tempi più stretti.

Al processo si costituiranno parti civili il figlio della vittima, Giuseppe Palestini, e il fratello, Giuseppe Bigoni, con l’avvocato Pietro Siciliano, poi l’altra figlia, Laura, con l’avvocato Domenico Formica, e la sorella di Maria Pia, Patrizia, con l’avvocato Laura Panciroli di Milano. I familiari hanno il desiderio di definire quanto prima l’aspetto giudiziario di una vicenda tanto dolorosa.

I DIFENSORI di Palestini però non hanno ancora deciso se chiedere il processo con il rito abbreviato, che darebbe diritto allo sconto di un terzo della pena, o se andare avanti con il processo in corte d’assise. Le accuse mosse al civitanovese dal sostituto procuratore Cristina Polenzani sono l’omicidio volontario, le lesioni e gli atti persecutori. Maria Pia Bigoni infatti, prima di essere uccisa, era stata perseguitata dal marito, e picchiata, fatti per i quali lei si era più volte rivolta alle forze dell’ordine. Le ruggini nella coppia erano nate per motivi economici, perché lui rivendicava 200mila euro a titolo di liquidazione dalla ex moglie. Da qui sarebbero partite una serie di minacce e aggressioni culminate all’alba del 17 settembre: non era ancora giorno quando Maria Pia uscì di casa per andare, come sempre, al mercato ittico, ma sotto casa trovò Palestini che, armato di un bastone e di un coltello, la colpì fino a ucciderla.