Ancona, 15 marzo 2011 - Sono oltre il 10mila i lavoratori irregolari nelle Marche. È quanto è emerso dai risultati dell’attività ispettiva forniti dal ministero del Lavoro (Direzione generale per l’attività ispettiva) e rielaborati dalla Cgil Marche. Dei 28.280 addetti in forza nelle aziende ispezionate, 10.277 risultano irregolari e di questi 2.117 totalmente in nero, pari al 20,6%. Delle 6.124 aziende ispezionate dalle Direzioni provinciali del lavoro nel 2010, il 64.8 % del totale è risultato non in regola.

 

Sono 1007, pari al 9.7%, i casi di collaborazioni che nascondono in realtà lavoro dipendente piuttosto che contratti precari il cui termine è stato apposto illegittimamente. Sono stati riscontrati anche 517 illeciti negli appalti e nella somministrazione di lavoro o presenza di intermediazione illegale di manodopera. Le violazioni della disciplina inmateria di orario di lavoro sono 1.063.

 

Grazie all'attività ispettiva sono stati recuperati 11 milioni di euro, mentre ammontano a 4,7 milioni di euro gli importi delle sanzioni amministrative o penali. Sono state contestate 2.363 ipotesi di reato di cui 1.121 violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza (47,4% del totale); 320 violazioni delle norme sull’orario di lavoro (13,5%); 171 evasioni contributive previdenziali e assistenziali; 116 violazioni dello Statuto dei lavoratori (4,9%).
Inoltre, sono state riscontrate 24.622 violazioni amministrative di cui 5.189 violazioni relative alle retribuzioni e al prospetto paga (21,1%); 3.755 violazioni connesse al libro unico del lavoro (15,3%); 3.244 violazioni relative alle comunicazioni di assunzioni, trasformazioni, cessazioni di rapporti di lavoro (13,2%); 1.815 violazioni del riposo domenicale settimanale e festivo (7,4%).

 

Secondo Gianni Venturi, segretario generale della Cgil Marche: "Questi dati evidenziano come la pregevole azione svolta dagli ispettori abbia portato a risultati importanti nella lotta al lavoro nero e irregolare. Preoccupa invece che anche nella nostra regione l’irregolarità e il lavoro nero sono fenomeni che stanno dilagando sempre più - continua Venturi - di fronte a una crisi senza precedenti è alto il rischio che il sistema produttivo si frammenti e destrutturi ulteriormente. bisogna rafforzare vigilanza e ispezioni ma soprattutto le risorse recuperate grazie all’attività ispettiva devono esser utilizzate per contrastare il lavoro sommerso e la precarietà crescente. Dobbiamo fare tutto ilnostro possibile per favorire il lavoro stabile, sicuro e di qualità".