Recanati (Macerata), 28 agosto 2013 - Una notizia migliore forse non poteva arrivare in casa Messi, a Recanati. Il tre volte Pallone d’oro, star indiscussa del calcio mondiale potrebbe venire nella nostra regione a dicembre, per la 'Giornata delle Marche' a San Benedetto mentre sono in corso trattative perchè diventi anche il testimonial della regione. Il presidente Spacca ha invitato il campione del Barcellona per conferirgli un riconoscimento ufficiale vista la sua discendenza. E a scoprire che la 'pulce' ha origini marchigiane, recanatesi per la precisione, è stato proprio Leandro Messi, 27 anni, giovane falegname che vive nella città di Leopardi. E che risulta essere un cugino alla lontana del giocatore argentino.

Leandro, come ha accolto la notizia di un possibile riconoscimento delle Marche a Messi?
"Per me è un piacere, e credo che tutti i marchigiani debbano essere orgogliosi di avere un testimonial come lui. Di sicuro è più marchigiano Messi di Hoffman".

Se dovesse andare in porto questa iniziativa della Regione, cosa farà?
"L’obbiettivo è stato sempre quello di poterlo incontrare un giorno, stringerli la mano e dirgli che le sue origini sono queste".

Ma perché non è riuscito mai contattarlo in questi anni?
"Chiamai nel 2006 in Argentina, mi rispose la sorella minore, che mi passò la colf, che a sua volta ci disse che si erano tutti trasferiti a Barcellona. Poi ho tentato per altri canali, ma non ci sono mai riuscito".

Invece, come le è venuta in mente l’idea di andare a spulciare in archivio per ricostruire l’albero genealogico della famiglia Messi?
"L’idea è nata nel 2005 quando l’attuale sindaco di Recanati Fiordomo scrisse un articolo sulla possibili origini recanatesi di Messi. Così mi incuriosii e andai a vedere in Comune".

E che cosa scoprì?
"Che il trisavolo di Lionel Messi, Angelo Messi, era il fratello del mio trisnonno Giovanni Messi. Angelo nacque nel 1866, mentre Giovanni nel 1858. Poi Angelo si sposò con Maria Latini, si trasferì a Montefano e partì per l’Argentina. Si imbarcò a Genova, e il destino volle che fece scalo a Barcellona prima di arrivare a Rosario. Mentre il fratello Giovanni rimase qui".

E dopo i due fratelli non sono più rimasti in contatto?
"Erano persone umili, analfabete e i contatti si persero quasi subito. Mi ricordo però che la sorella di mio nonno, diceva che il padre si chiedeva spesso che fine avesse fatto Angelo. Adesso dopo 100 anni sappiamo che è sopravvissuto".

E’ stata complicata la ricerca?
"Per il ramo italiano no, per quello argentino mi ha aiutato un giornalista del Costa Rica, che scovò in un archivio sui migranti una dichiarazione di Angelo Messi, che diceva appunto di provenire dall’Italia, senza specificare la regione però".

Ma Messi, Lionel, sa di queste origini?
"Fino a poco tempo fa di sicuro no, tanto che il padre nel 2004, quando c’era bisogno di un passaporto comunitario per il figlio, venne a Fabriano per cercare dei legami di parentela. Se avessi fatto questa scoperta qualche mese prima, adesso Messi avrebbe il passaporto italiano e non spagnolo".

Per ricapitolare tra lei e Messi che grado di parentela c’è quindi?
"Siamo cugini di terzo o quarto grado. Sicuramente se qualcuno cerca le origini italiane di Messi, la mia è la famiglia più vicina".

Giovanni De Franceschi