Bologna, 15 gennaio 2011 - NEL FILMATO ci sono i bambini seduti a tavola che mangiano. Ed ecco che accade: la maestra si avvicina a un piccolo di tre anni, lo afferra per il collo, da dietro, e lo alza con forza dalla sedia. Poi, tenendolo per la collottola, lo trascina via, mentre la maglietta si alza e gli scopre il pancino. Il tutto sotto gli occhi degli altri. E’ solo uno degli episodi ripresi dalle telecamere piazzate a novembre nelle scuole materne Manzini dai carabinieri della stazione Bertalia. I militari hanno iniziato le indagini dopo la denuncia dei genitori del bambino, il quale non voleva più tornare all’asilo perché era terrorizzato. E così, piano piano, mamma e papà erano riusciti a farlo parlare. Il piccolo aveva raccontato cose allarmanti, quasi incredibili: schiaffi, calci, punizioni come l’essere legato o messo nello sgabuzzino. Il confronto con altri genitori aveva convinto i genitori a rivolgersi ai carabinieri. Il pm Simone Purgato ora contesta a due maestre, di 50 e 56 anni, il reato di abuso di mezzi correttivi. I legali della famiglia chiedono che si riformuli l’accusa nel più grave addebito di maltrattamenti. A supporto ci sono, secondo loro, le immagini e il racconto di tre bambini, che descrivono la scena del bimbo di tre anni, ritenuto troppo vivace dalle maestre, legato con il nastro adesivo.
 

QUELLA scena non è stata ripresa dalle telecamere. Un altro episodio, forse il più grave, viene invece immortalato: la maestra 50enne, con la gamba sinistra, sferra un calcio in pieno petto al bambino, che cade a terra e, scrivono i carabinieri, «rimane a tramortito». Una’ltra bambina, chiamata «brutta mostra», viene messa in malo modo in punizione dietro una colonna. Ora tocca al magistrato decidere il da farsi. Altri genitori si sono fatti avanti. «Il bambino è in cura da una psicologa per i fortissimi trauma riportati — dice l’avvocato Matteo Murgo, che assiste la famiglia con il collega Matteo Ciociola —. Ha subito danni evidenti, la Procura valuti i fatti correttamente».