Rimini, 18 settembre 2011 - TALMENTE dipendenti dal sesso che, a un certo punto, hanno deciso di chiedere un aiuto e si sono rivolti al servizio dell’Ausl che si occupa di sex addiction, necessità ossessiva di praticare sesso, in qualunque posto, con qualunque persona. «Abbiamo persone che si sono rivolte a noi per questo tipo di problema — conferma Daniela Casalboni, direttore del Dipartimento dipendenze patologiche dell’Ausl di Rimini —. Si tratta di uomini, non ci sono almeno presenze femminili, intorno ai 40 anni e che riferivano tutti di avere un problema di compulsione relativi ai rapporti sessuali».

Dottoressa Casalboni, in che cosa consiste la compulsione?
«Il sesso per questi pazienti era diventato una cosa ossessiva, di cui non riuscivano a fare assolutamente a meno: il loro pensiero era fisso in quella direzione. E per soddisfare questo bisogno cercavano ossessivamente un partner con il quale metterlo in atto, compresa la ricerca di persone attraverso internet. Non mancavano poi rapporti simultanei con tre/quattro persone, anche l’autoerotismo era diventato compulsivo e quando non riuscivano a trovare nessun con il quale fare sesso, arrivavano anche a forme di coercizione e violenza nei confronti del partner che non era consenziente».

Un ambito molto pericoloso.
«Assolutamente. Anche per loro stessi perché il bisogno ossessivo faceva abbassare le loro difese: quindi partner di tutti i tipi e il più delle volte senza protezione, quindi con il forte rischio di esporsi a malattie sessuali anche molto gravi».

Si può parlare di una vera e propria patologia?
«Spesso il concetto non emerge perché è legato a fattori culturali, ma possiamo parlare di evoluzione patologica del famoso ‘gallo romagnolo’ che, in genere, una volta o l’altra si metteva a posto e terminava la sua attività. Qui siamo in presenza di una dipendenza, tanto che questo servizio è stato inserito nel Dipartimento dipedenze patologiche».

Si riesce a guarire?
«Ci sono percorsi che non sono certo brevi ed è necessario lavorare molto sul concetto di desiderio passando oltre il bisogno. E non è facile perché si tratta di andare in controtendenza per quanto riguarda una tendenza di cultura generale che punta tutto sul bisogno della persona e non sul desiderio, ad esempio, di fare felice un’altra persona, di creare un rapporto paritetico».


Uno dei casi più noti al mondo (almeno di quelli che lo hanno reso noto) riguarda la star hollywoodiana Michael Douglas che si rivolse a una clinica in Arizona per curare la dipendenza da sesso. Un team di studiosi della Hebrew University e della Ben Gurion University of the Negev, in Israele ha sottoposto a test del Dna 148 studenti, maschi e femmine. Nel 30 per cento del campione gli scienziati hanno appurato che gli studenti con variazione del gene D4 avevano una sessualità molto più attiva che gli altri per i quali non venivano osservate variazioni genetiche .