Bologna, 2 ottobre 2011 - Con l’inizio della settimana arriva pesce azzurro e bianco, a prezzi convenienti e a volonta’ sulle tavole degli italiani, dopo il blocco di due mesi alla pesca in Adriatico che ha consentito di ripopolare il mare. Ad annunciarlo e’ Coldiretti Impresapesca nel sottolineare che per le barche ferme in banchina dal primo di agosto e’ possibile riprendere il largo per gettare le reti in mare dalle prime ore di lunedi’ 3 ottobre.
Il fermo della pesca voluto dal ministero delle Politiche agricole, su richiesta dalla categorie dei pescatori, a partire da Impresapesca, si sottolinea in una nota, ha consentito di tutelare le forme giovanili di pesce in accrescimento e di conseguenza a ripopolare il mare dopo che i primi sei mesi del 2011 hanno visto praticamente dimezzare (di circa -50 per cento) il pescato della flotta nazionale.

Con la fine del blocco in Adriatico, precisa Coldiretti, e’ scattato il fermo pesca per il Tirreno e per la Sicilia, le cui flotte fermeranno tutto il mese di ottobre e riprenderanno il mare nel mese di novembre mentre la Sardegna invece si e’ bloccata dal primo settembre e riprendera’ il mare il 15 di ottobre. La lunga sospensione dell’attivita’ in Adriatico, secondo Coldiretti, fa prevedere una buona disponibilita’ di tutti i tipi di pesce, dalla triglia alle alici, dalla seppia al calamaro fino alla sogliola che potranno essere acquistate con il miglior rapporto prezzo qualita’ per zuppe, grigliate e fritture.

E’ prevedibile che il pesce che da ottobre potrebbe trovarsi a buon mercato nelle pescherie, salvo speculazioni sui prezzi, saranno triglie di fondo, moli, alici, e la zuppa o brodetto di pesce. La speranza e’ che il ritorno nei menu delle pietanze a base di pesce dell’Adriatico inverta il trend dei consumi ittici che, secondo un’analisi di Coldiretti Impresapesca su dati Ismea relativi al primo semestre 2011, ha fatto segnare un calo, con la diminuzione del 4,8% delle quantita’ acquistate. Particolarmente penalizzato, precisa la Coldiretti, il pesce fresco (-6,4 per cento) mentre crollano le vendite di congelato sfuso (-12,9 per cento).

La ripresa dell’attivita’ delle marinerie adriatiche non sara’ pero’ a tempo pieno. Il provvedimento prevede, infatti, che per le otto settimane successive al fermo non si possa pescare il venerdi’, sabato, domenica e i festivi, piu’ un ulteriore giorno di stop a scelta degli armatori. Una ripresa graduale permettera’ alle varie specie ittiche di tornare ad ‘affollare’ il mare, anche se Coldiretti Impresapesca ritiene che la ripartenza dell’attivita’ vada accompagnata da provvedimenti specifici per eliminare gli attrezzi e le tecniche di pesca troppo impattanti.
Occorre, infatti, sottolinea Coldiretti, ‘’evitare che i risultati ottenuto col fermo pesca siano vanificati e assicurare un ripopolamento del mare che garantisca, oltre all’equilibrio dell’ecosistema, l’offerta di prodotto ittico fresco made in Italy’’.

Un’esigenza tanto piu’ sentita in un momento in cui tre piatti di pesce su quattro che si consumano oggi in Italia sono stranieri ma nessuno lo sa. Se e’ vero infatti che per la vendita sul pesce vige l’obbligo dell’etichetta d’origine, al ristorante la provenienza di quanto si porta in tavola non deve essere indicata. Da qui la richiesta di Coldiretti Impresapesca di estendere l’obbligo dell’etichetta d’origine anche ai menu della ristorazione.