Bologna, 26 novembre 2011 - SONO UNO dei 120mila italiani che stamattina indosserà una pettorina gialla e vi accoglierà in un supermercato che aderisce alla Colletta Alimentare . Per un paio d’ore diventerò volontario di questa, lasciatemelo scrivere, prodigiosa iniziativa. La Colletta Alimentare, nell’ultimo sabato di fine novembre, consente di aiutare più di un milione di persone in difficoltà. Succede così dal 1997.

LA FORMULA è semplice: chi va a fare la spesa, riceve all’ingresso una busta gialla nella quale può mettere alimenti vari, non deperibili. Ognuno contribuisce per quel che può. All’uscita, pagato il conto, si consegna la busta della Colletta Alimentare ai volontari. Dalla prossima settimana gli alimenti recuperati (9.400 tonnellate nel 2010!) verranno distribuiti e anche in questa seconda fase si metterà in moto una incredibile ‘macchina da guerra’ che provvederà a consegnare il cibo ai poveri.

La Colletta Alimentare è ‘figlia’ del Banco Alimentare, nato nel 1989 dall’intuizione di un grande prete (don Luigi Giussani) e di un grande imprenditore (Danilo Fossati, papà dell’azienda Star), che hanno messo in ‘sinergia’ i loro talenti: la carità e l’industria alimentare. Il Banco raccoglie le eccedenze di produzione alimentare agricola e industriale e poi le distribuisce. Ogni settimana migliaia di italiani vanno a portare questi alimenti nelle case di tanti poveri, di chi non ce la fa più e va magari a mangiare alla mensa caritativa, ma anche di chi non ce la fa più e si vergogna a far vedere al mondo che non ce la fa più e allora bisogna anche saperci fare, usare tatto, diventare amici di chi è in difficoltà. Le stesse facce, gli stessi uomini, devono portare il consueto pacco settimanale o mensile: non è un lavoro da ‘postini’.

LA COLLETTA Alimentare diventa la giornata popolare del Banco Alimentare. Oggi ognuno di noi può fare concretamente qualcosa per aiutare gli altri. Io partecipo da volontario, perdendo (perdendo per modo di dire, poi) due ore al giorno in un anno che vuol dire lo 0.02% del mio tempo. Il mondo andrà avanti lo stesso. Anzi, andrà avanti meglio. Perchè in questi anni di crisi, di pessimismo cosmico e a volte di disperazione, è stupefacente pensare che — prima ancora della Banca Centrale Europea, dello spread o di qualunque alchimia finanziaria — c’è qualcosa di grande e di immenso che possiamo fare io che scrivo e tu che leggi. Ecco, non siamo solo in balìa dei mercati. Io che scrivo, nel 2011 — utilizzando lo 0,02% del mio tempo — contribuirò a far star meglio tante persone. Tu che leggi, potra fare altrettanto, in cinque minuti (lo 0,0009% del tuo tempo) andando a fare la spesa al supermercato e mettendo in una busta gialla due scatolette di tonno, un omogeneizzato e un litro d’olio: bastano pochi euro.
Non sono favole. E’ la realtà: bellissima. Come diceva Dostoevskij: «è la bellezza che salverà il mondo».
Mica lo spread, aggiungiamo noi.