HO LA percezione che i meteorologi cerchino di diventare delle star. Le previsioni si susseguono a ritmi vertiginosi sui siti Internet, sulle tv e sui giornali con la ricerca del particolare a tutti i costi. A volte le indicazioni sono giuste a volte meno, soprattutto quando annunciano fenomeni estremi. C’è qualcuno ammalato di protagonismo?
Giovanna Ramini, Piacenza

Risponde il vice direttore de il Resto del Carlino Beppe Boni

LA TECNOLOGIA oggi permette di ottenere previsioni dei fenomeni meteorologici abbastanza precise. E questo, in montagna e in mare, previene molti guai. Ma sulla misura con cui le previsioni vengono interpretate dai meteorologi e diffuse sorgono dubbi. Un aggettivo in più o una valutazione sopra le righe spesso creano allarmi inutili. Cleopatra, giorni fa, doveva essere un ciclone di proporzioni apocalittiche. La Protezione civile ha perfino consigliato di non uscire di casa. Non è successo quasi nulla. Nello scorso inverno il meteo annunciò spesso bufere di neve che il più delle volte si sono limitate a una normale imbiancata. Il risultato è che si vuotavano gli alberghi e le piste da sci. Gli operatori del Monte Cimone fecero anche una protesta formale. Morale: meglio un annuncio in meno e una dose di equilibrio in più.
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