Modena, 20 luglio 2013 - MODENA mette paura alla California. Da una parte, infatti, c’è addirittura Google, colosso dei motori di ricerca e della tecnologia. Dall’altra c’è una start-up (iniziativa imprenditoriale) con sede in via Ganaceto 95. In mezzo l’ufficio marchi e brevetti, a cui si è rivolto Google che si sente minacciato dal progetto nato sotto la Ghirlandina.
 

«GOOGLE — racconta Francesco Giartosio, da anni residente a Modena — ha avviato un procedimento amministrativo contro la nostra GlassUp, una start-up nata dall’idea di creare degli occhiali speciali che ora sono in corso di progettazione. Google vuole ricusare il nostro marchio, da cui prende il nome l’azienda, cioè GlassUp, perché è simile al loro che si chiama invece Google Glass».
 

In pratica Giartosio e altri due innovatori, Gianluigi Tregnaghi e Andrea Tellarin, nel 2011 hanno ideato - dopo un’intuizione geniale - gli occhiali GlassUp, dispositivi con schermo integrato in una lente, collegati al telefonino tramite Bluetooth e compatibili con Android e iOS tramite i quali è possibile leggere news, visitare i social network, avere informazioni su strade e monumenti, e farsi indicare la strada dal navigatore gps. Occhiali di ultima generazione con le prerogative di uno smartphone.
 

LA STESSA idea, però, l’aveva avuta anche Google che poco prima e in gran segreto aveva iniziato a lavorare allo stesso progetto, presentato nella primavera 2012. Se gli occhiali Google Glass sono già pronti (ne è stata fabbricata una pre-serie), quelli made in Modena targati GlassUp sono in embrione, cioè in fase di sviluppo. «Esiste un prototipo sul banco di prova, siamo ancora in fase di sperimentazione — dice Giartosio —. Il lavoro elettronico e informatico avviene a Padova e Marghera. A Modena c’è la sede legale della start-up».
 

IL COLOSSO Google ha saputo che presto nasceranno gli occhiali GlassUp e si è mosso contattando l’ufficio brevetti: «Noi abbiamo cominciato a fare pubblicità al prodotto che siamo intenzionati a mettere sul mercato — aggiunge Giartosio — e Google ci ha prima telefonato e poi mandato una e-mail dalla California. Non volevo crederci. Ci invitavano a cambiare il marchio, ma noi abbiamo deciso di mantenerlo. E’ vero, il nome è simile, ma la parola ‘glass’ in inglese significa occhiali e il termine non può essere sostituito».
Google, ottenuto il rifiuto, si è quindi rivolto all’ufficio nazionale marchi e brevetti ‘denunciando’ i modenesi: «Abbiamo assunto un noto consulente brevettuale — conclue Giartosio — Credo che Google non mollerà». Il rischio è di finire in tribunale.

Valentina Beltrame