Bologna -  L’utilizzo e la produzione dell’amianto e dei prodotti che lo contengono è vietato dalla legge 257 del 1992. Ma il problema della presenza di Eternit (il cemento-amianto, molto pericoloso per la salute) nell’edilizia — quindi anche nei condomini — è ancora attuale. E riguarda non solo vecchi tetti, ma anche canne fumarie, vasi di espansione e cisterne non ancora sostituiti.

Sempre più spesso — specie negli ultimi anni, in cui la coscienza ambientalista si è consolidata — gli amministratori di condominio si rivolgono a imprese specializzate per la rimozione e lo smaltimento dei materiali pericolosi. (Nel caso, per esempio, di rimozione di amianto da un coperto, la spesa per l’intervento è interamente a carico del condominio, che la ripartirà in quote uguali tra i condomini).
Ma, oltre che sui tetti, le insidie possono nascondersi nelle tubazioni di impianti di riscaldamento coibentate con tecniche utilizzate fino a una ventina di anni fa. «Sui tubi veniva spruzzato amianto floccato, una miscela di cemento e fibre di amianto che, con il tempo, tende a sgretolarsi», spiega Fabio Colla, amministratore delegato della bolognese Alfarec spa, che dal 1983 si occupa di smaltimento rifiuti e servizi ambientali.

L’AMIANTO floccato è tipico in palazzi adibiti a uffici, con grandi caldaie; ma è stato utilizzato anche come materiale ignifugo in edifici e in impianti industriali e come isolante acustico.
Una parte degli interventi cui i tecnici di Alfarec sono chiamati, spiega Colla, «riguarda la soluzione dei problemi legati alle cisterne di gasolio interrate» dismesse a seguito della metanizzazione.

LE CISTERNE più vecchie, quelle senza doppia camera, rischiano di trasudare il gasolio nel terreno. L’intervento prevede varie fasi: indagine, svuotamento, lavaggio, asportazione e controllo delle condizioni del terreno. La presenza di vecchie cisterne riguarda anche molti condomini. «Sarebbe buona norma che gli amministratori prendessero in carico il problema», avverte Colla.

IN GENERE, i trattamenti previsti sono ormai di routine, seguono protocolli approvati dalle Arpa locali e dalle Ausl. E non sono particolarmente onerosi. Procrastinare l’intervento potrebbe invece avere conseguenze spiacevoli, come nel caso in cui il gasolio percolato «si infiltri in un’altra proprietà — spiega Colla — dando vita a questioni legali non simpatiche», spiega Colla. Perché «in caso di inquinamento di terreni altrui, la responsabilità del condominio è chiara».

A volte, i condomini ospitano in alcuni garage piccoli magazzini di piccole aziende, che spesso falliscono. L’intervento specializzato serve «quando nei loro magazzini si trovino prodotti chimici, tossici o infiammabili».

LA RIFORMA del condominio non affronta nello specifico il tema della bonifica da amianto o altri materiali pericolosi. Un’occasione mancata, secondo alcuni addetti ai lavori. L’articolo 1130 del codice civile — così come modificato dalla legge 220/2012 — impone all’amministratore di condominio di «curare la tenuta del registro dei verbali delle assemblee, del registro di nomina e revoca dell’amministratore e del registro di contabilità».

Secondo alcuni esperti, fra i registri elencati dalla legge alla fine manca un elemento più volte trattato o almeno accennato da altre leggi speciali nell’intento di tutelare la sicurezza dei residenti.
Si tratta di quello che più volte è stato ribattezzato il ‘libretto delle manutenzioni e della sicurezza (interventi) dell’edificio’, che viene considerato utile proprio in caso di interventi particolarmente delicati, come quelli, per esempio, su amianto, Eternit e altre sostanze nocive per la salute.
 

Luca Orsi

 

 

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