Coronavirus Emilia Romagna, Bonaccini e Fase 2. "Spostamenti tra regioni il 1° giugno"

L'auspicio del presidente della Regione. Tavoli in ristoranti e alberghi: la bozza prescrive distanze inferiori a quelle dettate da Roma

Fase 2 Coronavirus. Ristoranti in attesa della riapertura

Fase 2 Coronavirus. Ristoranti in attesa della riapertura

Bologna, 13 maggio 2020 -  “Tornassi indietro, forse anticiperei di una settimana le chiusure di bar e ristoranti, sebbene sia stato il primo a deciderle in Italia". E' uno Stefano Bonaccini a tutto campo quello che ieri sera è stato protagonista sugli schermi de La7, ospite di Lilli Gruber a 'Otto e Mezzo'. Ha raccontato come ha affrontato l'emergenza Coronavirus e ha indicato la rotta da seguire in questa Fase 2. Non è solo il presidente della Giunta dell'Emilia Romagna, ma anche il rappresentante delle Regioni che si confrontano con il Governo. "Sì, il primo giugno mi sembra una data ragionevole per riaprire agli spostamenti tra regioni – ha ipotizzato -, ma spetterà al Governo decidere, com'è giusto che sia”.

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Magari l'Esecutivo lo ascolterà, come già accaduto con le riaperture del 18 maggio, per le quali con i colleghi governatori ha ottenuto autonomia decisionale. "Ora che i dati di ieri parlano di 53 contagi su quasi 5 mila tamponi, ho l'orgoglio di aver guidato una regione che ha risposto straordinariamente all'epidemia – ha aggiunto -. Poi, tornassi indietro, forse anticiperei di una settimana le chiusure di bar e ristoranti, sebbene sia stato il primo a deciderle in Italia".

"Il Governo seguirà i nostri protocolli sulle spiagge"

Adesso, però, si pensa a ripartire: "Stiamo investendo molto in aiuti alle imprese e al lavoro e investiremo tanto anche nel promuovere la regione. Per noi la Riviera, cioè il turismo, sono fondamentali. Abbiamo fiducia che il governo seguirà i nostri protocolli sulle spiagge. E se l'Inail ne ha scritti altri giudicati inapplicabili dagli operatori, è un problema su cui dovremo confrontarci". A questo proposito, domani pomeriggio Bonaccini incontrerà gli amministratori della provincia di Rimini, per proporre e concordare le modalità di riapertura in vista del 18 maggio. Ad accoglierlo, il presidente della Provincia di Rimini, Riziero Santi, e il sindaco Andrea Gnassi. “Come il presidente Bonaccini sa benissimo, noi romagnoli abbiamo nel dna la capacità di reinventarci continuamente e di tirar fuori il meglio nelle situazioni difficili. Chiediamo quindi a lui e anche per suo tramite al Governo di metterci nelle condizioni di poter ripartire. Chiediamo un ristoro per le minori entrate e fondi adeguati per l'esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali e chiediamo protocolli ragionevoli che garantiscano sì la sicurezza ma consentano al contempo l'esercizio delle attività economiche”, dicono Gnassi e Santi.

"L'Inps prenda in carico la cassa integrazione in deroga"

Alla luce dell'impatto dell'emergenza coronavirus sull'economia e, in particolare, sull'occupazione, “vedo il problema della cassa integrazione in deroga”, che non sta arrivando ai lavoratori. “Stiamo discutendo tra Regioni e Governo perché io credo che sia meglio che il tema se lo prenda in carico tutto l'Inps e trovi la modalità più facile per far arrivare il trasferimento direttamente in busta paga a quei lavoratori cui da troppe settimane, ormai da mesi viene detto che gli arriva una continuità di reddito e invece non la vedono”.

"Salvini è il benvenuto in Romagna"

A Lilli Gruber, che interloquendo sul libro di cui è autore ('La destra si può battere'), gli ha chiesto se il leader della Lega tornerà in Emilia Romagna dopo la sconfitta delle ultime elezioni regionali, ha risposto: "Auguro a Matteo Salvini di poter andare dove preferisce, se torna in Emilia Romagna è perché si trova bene, è un complimento indiretto alla qualità dei servizi della nostra regione, ma magari non suonerà più i campanelli. Qui è benvenuto".

Fase 2, in Emilia Romagna c'è un altro metro

L’utilizzo sconsigliato di "panche e tavoli promiscui". Gli stessi tavoli distribuiti poi in maniera tale che ci sia almeno "un metro tra le sedute, fatta eccezione per le persone appartenenti allo stesso nucleo familiare o se alloggiate nella medesima camera". Infine il personale di sala dotato di mascherine "mantenendo le distanze" e il divieto di "somministrazione buffet a self-service con alimenti esposti". Sono alcuni tra gli aspetti più importanti contenuti nella bozza di protocollo allo studio della Regione Emilia Romagna, per lo svolgimento in sicurezza degli "esercizi di somministrazione di alimenti e bevande". I ristoranti e i bar, per farla breve, che in regione potranno riaprire i battenti lunedì. La bozza, è bene sottolinearlo, potrebbe subire delle modifiche tra oggi e domani, ma i principi cardine sono gli stessi del documento nazionale stilato dall’Inail e dal Comitato scientifico (Cts) della Protezione civile, già diffuso in attesa del decreto finale del Governo.

Dicevamo dei principi. Ma qualcos’altro diverge. Il distanziamento tra i tavoli, dice esplicitamente il Cts, "non deve essere inferiore ai due metri". Mentre nella bozza della Regione si parla, almeno per ora, soltanto di un metro tra le sedute, metro che cade tra persone della stessa famiglia. E’ ragionevole pensare che ci sarà un ulteriore confronto su questo aspetto, anche perché, recita la bozza di viale Aldo Moro, "occorre adottare misure uguali per tutta la popolazione". Combaciano poi altreprescrizioni, con il servizio di somministrazione che "deve essere erogato dal personale, preferibilmente con servizio al tavolo e menù alla carta". Ok ai menù digitali e ai cartelloni, mentre deve essere prevista "una separazione degli ingressi di entrata e di uscita". Non si fa cenno, nella provvisoria bozza regionale, dei quattro metri quadri a cliente previsti dal Cts. Massicce tutte le disposizioni per la sanificazione degli ambienti.

Per quanto riguarda i bar, invece, il servizio al banco deve assicurare "il distanziamento interpersonale di almeno un metro", e potranno essere "posizionate barriere di protezione in plexiglass". Vietati alimenti sfusi per l’aperitivo sul banco, compresi popcorn e dolciumi. I tavoli devono essere distribuiti in modo tale "che le sedute garantiscano il distanziamento di almeno un metro", come per i ristoranti.

L’altra bozza allo studio della Regione è quella delle norme per la riapertura degli alberghi. Dispenser di gel ovunque, entrate ed uscite separate, invio dei documenti d’identità per via telematica e chiavi consegnate solo al capofamiglia sono regole del protocollo che combaciano con i paletti nazionali. Complessa la gestione dei pasti, in particolare le colazioni. Sono vietati i buffet, mentre ai tavoli è sottolineata sempre la distanza di "un metro". Per colazioni e ristorazione negli alberghi "possono essere utilizzate anche altre aree di solito adite ad altri usi".