Coronavirus Emilia Romagna 28 marzo, 795 nuovi contagi. "La situazione migliora"

I dati della Regione, Venturi: "Dati moderatamente positivi". Ecco il bilancio per provincia

Soccorsi ai malati con sospetto coronavirus

Soccorsi ai malati con sospetto coronavirus

Bologna, 28 marzo 2020 - Sono 795 i nuovi contagi registrati oggi in Emilia Romagna e 77 le vittime delle iltime 24 ore (16 in meno di ieri). Un bilancio che porta a 1.344 le vittime in regione dall'inizio dell'epidemia. "Dati moderatamente positivi, chi va piano va sano e va lontano. Sui decessi, ci aspettiamo nei prossimi giorni un altro calo", sottolinea il commissario Sergio Venturi. che aggiunge: "La situazione sta piano piano migliorando". Al computo si aggiungono 115 guariti. Soto controllo anche la pressione sulle terapie intensive: sono 316 i ricoverati in questi reparti, 8 in più di ieri.

L'aggiornamento del 29 marzo

Venturi ha poi analizzato l'andamento provincia per provincia per accessi ai pronto soccorso per sospetto covid ("che sono quasi sempre certezze", rileva Venturi): a Piacenza il numero è simile a quelli registati al 4 di marzo quando eravano all'inizio dell'epidemia. Lento calo anche a Parma, Reggio Emilia è abbstanza stabile, più o meno sui numeri di Piacenza pur essendo il doppio per abitanti, Bologna è stabile, Modena cresce leggermente. A Ferrara la situazione è su livelli molto bassi, Ravenna è stabile, Forlì-Cesena in lieve crescita, Rimini in riduzione.

Le vittime

I nuovi decessi riguardano 22 residenti nella provincia di Piacenza, 2 in quella di Parma, 12 in quella di Reggio Emilia, 12 in quella di Modena, 8 in quella di Bologna (di cui 1 nel territorio imolese), 8 in quella di Ferrara, in quella di Ravenna, 1 Forlì (nella provincia di Forlì-Cesena), 6 in quella di Rimini.

Contagi

Sono 795 i nuivi positivi al covid-19: Piacenza 2.390 (114 in più rispetto a ieri), Parma 1.752 (62 in più), Reggio Emilia 1.996 (135 in più), Modena 1.922 (150 in più), Bologna 1.347 (162 in più rispetto a ieri, e 239  Imola, 11 in più), Ferrara 281 (37 in più rispetto a ieri), Ravenna 521 (33 in più), Forlì-Cesena 621 (di cui 300 a Forlì, 22 in più rispetto a ieri, e 312 a Cesena, 10 in più), Rimini 1.323 (59 in più).

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Guariti

Al tempo stesso, continuano a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.075 (115 in più rispetto a ieri), 833 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 192 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi (+38 rispetto a ieri).

 Accertare in tempi brevi la guarigione delle persone risultate positive e aumentare il numero dei tamponi con minore impiego di dispositivi e in maggiore sicurezza per gli operatori. Sono gli obiettivi che la Regione Emilia-Romagna sta cercando di raggiungere con i test "drive through", già testato all'estero e anche nel Bolognese: su chiamata, le persone si recano in un punto preciso e qui vengono sottoposti a tampone rimanendo a bordo della propria automobile.

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Tamponi 'drive in'

Oggi diventa operativa la prima postazione a Reggio, a breve lo sarà anche quella di Cesena. Il metodo viene usato per confermare la guarigione con il secondo test (a distanza di 24 ore dal primo) e anche come strategia per aumentare il numero di tamponi da eseguirsi quotidianamente: A Sn Lazzaro di Savena - dove è già stato messo in pratica - è stato possibile effettuare una media di 1 tampone ogni 5 minuti, 12 all'ora. 

Per quanto i test sugli operatori, l'Emilia Romagna ha aordoinato 100mila kit sierologici che serviranno per un primo screening: se il test risulterà negativo, verrà ripetetuto. "Testeremo i 62mila operatori sanitari e socio-sanitari a prescindere che siano sintomatici e asintomatici - ha spiegato Venturi -. Se risulteranno positivi faremo il tampone. Sono test - ha concluso Venturi - che faremo dalla prossima settimana".

Mascherine

Ieri sono stati distribuiti oltre 450mila dispositivi di protezione individuale. "Grazie all'incessante lavoro di reclutamento e distribuzione da parte della Protezione civile nazionale, regionale e con il supporto delle Forze di Polizia", sottolinea la Regione. “Negli ultimi tre giorni riusciamo ad avere i quantitativi sufficienti per i bisogni socio-sanitari dell’Emilia-Romagna - spiegano gli assessori regionali alla Sanità, Raffaele Donini, e alla Protezione civile, Irene Priolo -. Tra i 400-500 mila Dpi al giorno, quantitativo in questo momento necessario per mantenere in sicurezza medici, infermieri e personale socio-sanitario della nostra regione, con un fabbisogno che è via via cresciuto”. La Regione chiede ora che tali rifornimento resti costante.

Medico contagiato e poi guarito:"Ora combatto il virus"

di DONATELLA BARBETTA

Luca La Pera, 41 anni: sotto, in prima linea, con la protezione anti Coronavirus
Luca La Pera, 41 anni: sotto, in prima linea, con la protezione anti Coronavirus

Da pediatra neonatologo a medico in prima linea in un reparto Covid-19, dopo essere stato infettato dal virus. È la storia di Luca Le Pera, 41 anni, di origine calabrese, trasferito a Bologna "per motivi di cuore", come ama precisare.

Leggi anche La mappa dei contagi a Bologna Dottor Le Pera, quando è rientrato all’ospedale Maggiore? "Lunedì scorso e penso di essere il primo medico guarito dell’Emilia-Romagna, perché mi sono contagiato quando la diffusione della malattia non era ai livelli di questi giorni".

Quando ha scoperto i primi sintomi? "Domenica 8 marzo ero al lavoro, occupato nel turno di notte, ma verso le 23 ho avvertito la febbre. L’ho misurata ed era già a 38, una cosa che non mi succedeva da anni. Allora ho chiamato il dottor Fabrizio Sandri, responsabile della Neonatologia e terapia intensiva. Lui mi detto di richiamare il medico reperibile e di andare subito a casa. E a mezzanotte sono rientrato". Come si è evoluta la malattia? "Per fortuna, già lunedì mattina stavo meglio e dopo aver preso un solo antifebbrile la temperatura era scesa. Però mi è rimasto per tutto il giorno un fortissimo mal di testa. Martedì le condizioni sono migliorate, ma alla luce dell’epidemiologia e per il fatto di essere un sanitario, sono stato sottoposto a tampone". Quando ha fatto il test? "Il mercoledì. Come previsto, ha dato esito positivo e allora sono stato messo in quarantena". Ha ripetuto il tampone? "Sì, a distanza di 7 giorni dal primo ho fatto il secondo, risultato negativo, ma non era sufficiente per essere definito guarito. Così ne ho fatto un terzo, anche questo negativo, e a questo punto la nostra medicina del lavoro mi ha autorizzato a tornare al lavoro. Sono rientrato dopo 14 giorni". Timori durante il periodo di isolamento casalingo? "Non per me, perché ho preso una forma blanda, ma per la mia compagna. Avevo paura di trasmetterle il virus e abbiamo osservato le regole di comportamento. Siamo stati lontani, in stanze diverse, utilizzando bagni diversi e ci siamo alternati in cucina, ripulendo ogni volta con attenzione l’ambiente e gli strumenti utilizzati. Ed è andata bene. Non ho contagiato nemmeno i miei colleghi". E adesso che è rientrato assiste i malati colpiti da Coronavirus. Ci sono rischi che si possa infettare di nuovo? "Sembra che sia poco probabile, anche se non c’è la certezza assoluta che il virus non si possa ripresentare. Comunque, dal mio reparto siamo passati in due a dare una mano alla Medicina d’urgenza: è una disponibilità che ho sentito di dover offrire, anche per dare il cambio ai colleghi da giorni in trincea. Del resto, assistiamo i malati con tutte le precauzioni, indossando tute, cuffie, mascherine, visiere e calzari. Certo, i rischi ci sono". Quale consiglio darebbe a chi vive nell’ansia del contagio? "Ecco la mia raccomandazione: restate a casa, tutelerete voi stessi e il personale sanitario. E se avete sintomi sospetti, allora contattate i servizi sanitari prima possibile per avere indicazioni".