Coronavirus Emilia Romagna, altri 57 morti. "Calo contagi costante, strada giusta"

Casi a quota 17.556, la mappa per provincia. Venturi: "A metà del guado? No, vicini a sponda opposta". Anticorpi solo in 7 sanitari su 1.000

Coronavirus, tendenza in calo in Emilia Romagna (foto Ansa)

Coronavirus, tendenza in calo in Emilia Romagna (foto Ansa)

Bologna, 6 aprile 2020 - “Quella sui decessi, 57 nelle ultime 24 ore, è l'unica brutta notizia che vi do oggi”. Il commissario per l'emergenza Coronavirus della Regione Emilia Romagna, Sergio Venturi, comincia così la consueta diretta Facebook con cui fa il punto della situazione. L'incremento dei contagi conferma la tendenza in riduzione. Sono infatti 467 i nuovi casi, che portano a 17.556 il dato totale. Un aumento inferiore a quello di ieri. “Il trend è in diminuzione, ma il calo dev'essere costante, non dobbiamo accontentarci”, commenta Venturi.

L'aggiornamento del 7 aprile

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Questa la distribuzione a livello provinciale: 2.936 Piacenza (44 in più rispetto a ieri), 2.317 Parma (42 in più), 3.167 Reggio Emilia  (101 in più), 2.691 Modena  (82 in più), 2.300 Bologna (93 in più), 317 Imola (3 in più), 510 Ferrara  (22 in più), 728 Ravenna (20 in più), 1.015 Forlì-Cesena (di cui 546 Forlì, 20 in più rispetto a ieri, e 469 a Cesena, 18 in più), 1.575 Rimini (22 in più). Sono 72.163 i test effettuati, 2.177 in più. “Ma non guardiamo troppo i tamponi – avverte Venturi -, gli ospedale respirano”.

Per quanto riguarda i decessi, per la maggior parte sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse. I nuovi decessi riguardano 10 residenti nella provincia di Piacenza, 13 in quella di Parma, 8 in quella di Reggio Emilia, 6 in quella di Modena, 11 in quella di Bologna (nessuno nel territorio imolese), 2 in quella di Ferrara, 1 nella provincia di Forlì-Cesena (a Forlì), 6 in quella di Rimini.

Complessivamente, sono 7.795 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (317 in più rispetto a ieri). 372 le persone ricoverate in terapia intensiva: due in meno rispetto a ieri, così come continuano a diminuire i ricoverati nei reparti non di terapia intensiva, che oggi sono 3.804 (-35). In calo anche i decessi: 57, purtroppo, quelli nuovi - di cui 31 uomini e 26 donne - ma il giorno prima erano stati 74); il numero complessivo sale così a 2.108.

Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 2.397 (196 in più rispetto a ieri), 1.432 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 965 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi. “Il numero delle guarigioni – spiega il commissario - supera quello dei decessi, significa aver imboccato la strada giusta: siamo a metà del guado? No, cominciamo ad essere vicini alla sponda opposta”. "Però - tiene a ribadire Venturi - vi invito ancora una volta a rimanere in casa, non andate a fare le scampagnate, non è il momento di mollare".

Per quanto riguarda l'obbligo di indossare la mascherine nei negozi, già introdotto in alcune regioni, "decideremo nei prossimi giorni".

​​​​Anticorpi solo in 7 sanitari su 1.000

Screening sorprendente: solo 7 operatori sanitari positivi agli anticorpi al Coronavirus, su 1.079 sottoposti ai test sierologici, meno dell’1%. Gli esami, iniziati da pochi giorni, coinvolgeranno 15mila dipendenti, tra Ausl, Sant’Orsola e Rizzoli, e altre 3mila persone, tra medici di medicina generale, medici di guardia, specialisiti ambulatoriali, operati di Cra, ossia case di residenza anziani e case di riposo. Da oggi la macchina del complesso sistema di verifica, lavorerà a pieni giri, con mille test al giorno, e ci vorrano due, al massimo tre settimane per completare il primo giro di esami.

“Sui 1.079 campioni, 13 sono risultati positivi al test rapido e di questi solo 7 sono stati confermati dal successivo esame microbiologico e ora verranno sottoposti al tampone. Quindi, gli altri 6 erano falsi positivi. Capita, è nella natura di qualsiasi test", osserva Francesco Saverio Violante, direttore della Medicina del lavoro del Sant’Orsola con incarico interaziendale. Il professore ammette che si tratta di un risultato inatteso: “Siamo relativamente un po’ sorpresi dal trovare meno positivi di quelli che ci aspettavamo, non raggiungiamo neppure l’1%. Comunque, serve prudenza, perché siamo solo all’inizio. Tireremo le somme alla fine. Bisogna anche sottolineare che gli operatori sanitari sono addestrati. Abbiamo iniziato gli esami partendo dalle terapie intensive e dei reparti Covid, tenendo conto di quella che si chiama analisi del rischio. Tuttavia, da domani (oggi, ndr) capiremo se ci troviamo di fronte anche a dei falsi negativi”.

Ecco come si muoveranno gli specialisti: “Verranno fatte analisi sul sangue conservato di un campione di un paio di centinaia di soggetti negativi al test rapido per sottoporlo a un test chiamato Elisa, l’acronimo di Enzyme-Linked ImmunoSorbent Assay, ossia dosaggio immunoassorbente legato a un enzima. Si tratta di un’analisi clinica standard e più precisa del test rapido”. Ai tamponi, invece, sono risultati positivi finora 250 operatori, su diverse centinaia testati. “Una percentuale del 2%. La differenza con i test sierologici era prevedibile – precisa Violante – perché, in questo caso, siamo partiti da chi ha avuto contatti con malati e dai sintomatici”. Del resto, Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl di Bologna, sottolinea che i test sierologici hanno una funzione “più di tipo epidemiologico, perché svelano come si sta distribuendo la pandemia”. E per questo, nelle prossime settimane, partiranno anche quelli sulla popolazione.

Emilia Romagna, tre milioni di mascherine in arrivo

Dalla Regione in arrivo tre milioni di mascherine gratuite per i cittadini dell'Emilia-Romagna, la prima fornitura sarà in distribuzione da mercoledì ai Comuni. Saranno a disposizione di tutte le persone, fa sapere la Regione.

I Comuni provvederanno a renderle disponibili attraverso le modalità che riterranno più efficaci e che potranno passare anche per le farmacie e parafarmacie o punti come edicole e tabaccherie.

"Possibili nuovi stock sulla base delle necessità e degli approvvigionamenti, partendo dal fatto che la priorità resta quella di garantire i dispositivi in primo luogo al personale sanitario, dei servizi socioassistenziali (Case riposo anziani e Case famiglie) e delle professioni sanitarie", fa sapere viale Aldo Moro.

Mascherine obbligatorie a Ferrara

Ferrara apripista in Emilia Romagna sull'obbligo di mascherine per la popolazione: il sindaco Alan Fabbri (Lega) ha emesso un'ordinanza che obbliga all'uso del dispositivo di protezione in tutti i locali aperti al pubblico, come farmacie, supermercati o uffici. L'obbligo entra in vigore a partire da domani, martedì 7 aprile, su tutto il territorio cittadino. “Si tratta - spiega il Comune in una nota - di un'ulteriore misura per contrastare quanto più possibile la diffusione del virus: Ferrara è una realtà virtuosa per il basso numero di contagi e vogliamo che rimanga tale”.

A Ferrara da domani tutti dovranno coprire naso e bocca per accedere a qualsiasi locale aperto al pubblico come misura ulteriore di contenimento del coronavirus oltre a quelle già prescritte dall'Istituto superiore di sanità come il distanziamento sociale e l'igienizzazione delle mani. Per i trasgressori previste multe da 400 a 3mila euro.