Coronavirus Emilia Romagna, Venturi "I contagi non calavano, mi sono sentito quasi perso"

L'ultimo giorno da commissario all'emergenza per l'ex assessore: "Ero preoccupato per gli ospedali, ma anche per il mio equilibrio personale"

Sergio Venturi e Stefano Bonaccini

Sergio Venturi e Stefano Bonaccini

Bologna, 8 aprile 2020 - Ci è mancato poco. “Non mi sono mai sentito perduto, ma ci sono andato molto vicino, quando a metà marzo i numeri crescevano e non si fermavano”. Sergio Venturi ricorda l'ora più buia dell'emergenza nel suo ultimo giorno da commissario. “C'erano oltre mille contagiati al giorno e venivamo da una continua progressione. Ero preoccupato per gli ospedali ma anche per il mio equilibrio personale: era difficile spiegare alle persone come si sarebbero dovute comportare”.

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Il 'dottor Venturi', diventato quasi un volto familiare per via delle quotidiane dirette è stato salutato in videoconferenza dalla stampa e dal presidente della regione, Stefano Bonaccini. “Gli ho chiesto di darci una mano perché servivano le sue competenze specifiche, da medico e direttore ospedaliero – ha detto il Governatore -. Momenti difficili, con il primo contagio meno di un mese dopo le elezioni, e poi la positività anche di parte dell'assessorato. Ma ora la fase uno è terminata e credo che salutare Sergio voglia dire anche che ne stiamo pian piano uscendo”.

C'è che però l'appuntamento quotidiano con Venturi “è stata come una lunga terapia di gruppo - spiega il commissario -, non si vedeva una prospettiva che per fortuna ora c'è. Le positività che abbiamo adesso sono legate a qualche piccolo focolaio ancora presente negli ospedali, nelle rsa o nelle famiglie". Sembra quasi che gli emiliano-romagnoli non sembrano pronti a lasciare andare Venturi ed è addirittura nato su Facebook il gruppo 'bravo dottor Sergio Venturi Emilia Romagna' che ha raggiunto, in poco tempo, oltre mille iscritti di tutte le età che postano attestati di stima verso il commissario.

Ma si poteva fare qualcosa di più all'inizio della pandemia, quando siamo stati travolti dai numeri, soprattutto dal punto di vista della diagnosi? Per Venturi si è fatto tutto il possibile: “Siamo passati dai duemila ai 6mila tamponi al giorno. Entro maggio saremo con grado di farne fino a 10mila. In Commissione al Senato ho dichiarato che la priorità nei prossimi mesi sarà costruire una rete nazionale di laboratorio di riferimento per poter contare anche su quelle regioni che non sono colpite”.

Sul focolaio scoperto nell'osepdale di Budrio, nel Bolognese, dove ci sono 16 pazienti infatti e uno ha anche perso la vita, Venturi si arrabbia: "Sono molto amareggiato. Non ci possiamo permettere focolai. Quanto accaduto a Budrio vale anche per il futuro: ci vuole responsabilità da parte di tutti. Mi dispiace, ma non si deve verificare. Serva per tutti, negli ospedali non possiamo permetterci che accada, soprattutto in una fase di uscita dall'emergenza“.

A chi si interroga anche su un possibile ritorno del virus in autunno, il commissario dimissionario risponde che “Nessuno è in grado di sapere se la malattia si ripresenterà in autunno, è chiaro che siamo in una situazione in cui i contagi calano e questo fa ben sperare. Ciò di cui sono sicuro è che le persone hanno capito cos'è l'isolamento e cosa sono le precauzioni” e quindi sono ora molto più preparate ad affrontare una potenziale nuova emergenza.