Covid 9 aprile 2021: bollettino dati Covid oggi. Contagi in Italia ed Emilia Romagna

Sono 1.488 i nuovi positivi in regione, il 5,5% dei tamponi processati (5,2% il dato nazionale): i numeri più alti a Modena, Bologna e Reggio. L'età media è di 42,7 anni. Calano ricoveri e terapie intensive, ma si registrano altri 35 morti. Vaccini, superate le 30mila somministrazioni. Figliuolo: “Sopra il target settimanale”. ReiThera, 400 candidature a Ferrara

Covid Emilia Romagna, contagi per fasce di età

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Bologna, 9 aprile 2021 – Aumentano i contagi e il rapporto tra nuovi positivi e test in Emilia Romagna. Il bollettino Covid di oggi, 9 aprile, registra 1.488 casi (ieri 1.075) su 26.970 tamponi, il 5,5% (ieri 3,6%). Purtroppo si sono verificati altri 36 decessi. Di buono c'è che cala ancora la pressione sugli ospedali della regione. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 343 (-9 rispetto a ieri), 2.917 quelli negli altri reparti Covid (-134).

Dati nazionali 

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Covid: i dati sul Coronavirus del 9 aprile. Bollettino Italia e contagi Regioni

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È in questo quadro che oggi arriva la decisione del ministero della Salute sul colore delle Regioni. L’Emilia Romagna passerà già da lunedì 12 aprile in zona arancione. 

Il Covid in Italia: dati e tabella delle regioni

Sono 18.938 i positivi al test del Coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del Ministero della Salute. Ieri erano stati 17.221. Sono 362.973 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia. Ieri i test erano stati 362.162. Il tasso di positività del 5,2%% (ieri era al 4,7%, quindi è salito dello 0,5).

Sono invece 718 le vittime in un giorno (ieri 487). In totale i casi da inizio epidemia sono 3.736.526, i morti 113.579.

Gli attualmente positivi sono 536.361 (-7.969 rispetto a ieri), i guariti e dimessi 3.086.586 (+26.175), in isolamento domiciliare ci sono 504.612 persone (-7.204).

Sono 3.603 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid in Italia, 60 in meno rispetto a ieri nel saldo giornaliero tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati 192 (ieri 259). Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 28.146 persone, 705 in meno rispetto a ieri.

Il Coronavirus in Emilia Romagna: tutti i dati

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia Romagna si sono registrati 348.305 casi di positività. Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 14.469 tamponi molecolari, per un totale di 4.116.772. A questi si aggiungono anche 288 test sierologici e 12.213 tamponi rapidi.

Dei nuovi contagiati, 585 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 537 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 707 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 42,7 anni.

Sui 585 asintomatici, 405 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 58 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 4 con gli screening sierologici, 14 tramite i test pre-ricovero. Per 104 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

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I contagi di oggi nelle province dell'Emilia Romagna

La situazione dei contagi nelle province vede in testa Modena con 297 nuovi casi: nell'ospedale di Sassuolo è divampato un focolaio che contagiato 15 pazienti. Segiono poi da Bologna con 203, poi Reggio Emilia (202), Rimini (157), Ferrara (154) e Ravenna (125). Seguono Parma (101), Forlì (98), Cesena (79) e, infine, Piacenza (37) e il Circondario imolese (35).

Covid-19, 36 morti in Emilia Romagna

Purtroppo, si registrano 36 nuovi decessi: 1 a Parma (un uomo di 88 anni); 6 in provincia di Reggio Emilia (4 donne di cui 2 di 90 anni, 1 di 80 e 1 di 49 anni, più 2 uomini rispettivamente di 77 e 74 anni); 10 nel Modenese (di cui 4 donne di 94, 83, 80 e 67 anni e 6 uomini di 92, 87, 81, 80, 73 e 64 anni); 7 nella provincia di Bologna (1 donna di 85 anni e 6 uomini di 88, 2 di 85, 1 di 84, 79, e 77 anni); 3 nel ferrarese (2 uomini di 83 e 74 anni e 1 donna di 89 anni); 2 nella provincia di Ravenna (entrambe donne di 70 e 66 anni), 3 in quella di Forlì-Cesena (tutti uomini, rispettivamente di 84, 76 e 74 anni) e 4 in quella di Rimini (tutte donne rispettivamente di 100, 95, 89 e 81 anni). Nessun decesso in provincia di Piacenza.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 12.307.

Altri 2.086 guariti, - 634 malati effettivi

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.086 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 267.780.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 68.218 (-634 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 64.958, il 95,2% del totale dei casi attivi.

Calano ricoveri e terapie intensive

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 343 (-9 rispetto a ieri), 2.917 quelli negli altri reparti Covid (-134).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (numero invariato rispetto a ieri), 33 a Parma (invariato), 34 a Reggio Emilia (-1), 62 a Modena (+1), 87 a Bologna (-1), 16 a Imola (-3), 40 a Ferrara (-2), 18 a Ravenna (-1), 10 a Forlì (-1), 5 a Cesena (invariato) e 28 a Rimini -1).

Emilia Romagna, la mappa del Covid

I casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono alla provincia in cui è stata fatta la diagnosi, sono così distribuiti: 22.124 a Piacenza (+37 rispetto a ieri, di cui 31 sintomatici), 24.314 a Parma (+101, di cui 64 sintomatici), 41.843 a Reggio Emilia (+202, di cui 115 sintomatici), 59.505 a Modena (+297, di cui 164 sintomatici), 74.967 a Bologna (+203, di cui 157 sintomatici), 11.868 casi a Imola (+35, di cui 15 sintomatici), 21.307 a Ferrara (+154, di cui 53 sintomatici), 27.343 a Ravenna (+125, di cui 77 sintomatici), 14.582 a Forlì (+98, di cui 76 sintomatici), 17.396 a Cesena (+79, di cui 64 sintomatici) e 33.056 a Rimini (+157, di cui 87 sintomatici).

Vaccini, Figliuolo: "Emilia Romagna sopra il target"

Oggi all’hub vaccinale della Fiera di Bologna, la visita del generale Figliuolo e del capo della Protezione civile Curcio. "Prima mettiamo in sicurezza chi ha fragilità prima questo Paese potrà ripartire, riaprire, ed è quello che vogliamo". Lo ha detto il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, annunciando il superamento delle 30 mila somministrazioni di vaccino giovedì sera per "testare la macchina".

"Noi ieri sera abbiamo superato le 30mila somministrazioni, quando ne facevamo in media, perché così è il piano che ci è stato dato dalle forniture esistenti, tra le 21 e le 23mila al giorno - ha spiegato Bonaccini, in visita all'hub di Bologna assieme al commissario straordinario per l'emergenza Covid-19 Francesco Paolo Figliuolo e al capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Fabrizio Curcio -. Ieri sera abbiamo voluto testare la macchina e si vedono i risultati".

"Ci auguriamo che arrivino prima possibile più dosi possibile - ha proseguito -. Questa regione per la sua organizzazione è in grado di somministrare più di un milione di dosi al mese. Io voglio confidare, ho fiducia in questo, che davvero i 50 milioni di dosi che devono arrivare arrivino entro fine giugno e altri 80 milioni a fine settembre. Se questo sarà entro fine dell'estate avremo vaccinato tutti gli emiliano-romagnoli che si vorranno vaccinare".

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"Adesso ci dedichiamo agli obiettivi che il presidente Draghi ci ha chiesto - ha spiegato Bonaccini -. Per la prima settimana di maggio vogliamo terminare tutti gli ultra ottantenni, fare la prima dose a tutto il nucleo più alto dei settantenni e continuare però anche con le persone disabili, partendo dai più gravi, le categorie prioritarie. Prima mettiamo in sicurezza chi ha fragilità prima questo Paese potrà ripartire, riaprire, ed è quello che vogliamo".  "Abbiamo visto che dove abbiamo iniziato a vaccinare non solo crollano i decessi, ma anche i ricoveri e i contagi - ha concluso -. Io voglio ringraziare tutta questa comunità di persone che ci rendono orgogliosi".

"Questa regione è veramente a posto. Ieri e l'altro ieri ha fatto oltre 30mila vaccinazioni e quindi è sopra il target settimanale", ha detto il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. "C'era stato un accordo con il presidente Bonaccini per provare a forzare la macchina, a mandarla quasi a pieno regime. Perché poi - ha spiegato Figliuolo - quando si andrà a regime dovrà somministrare dalle 38 alle 40mila dosi al giorno".

Un obiettivo che, secondo il commissario straordinario la regione sarà capace di raggiungere "con oltre 145 punti vaccinali, con l'accordo con i medici di medicina generale già fatto e in parte con le farmacie. Sono su questo soddisfatto". "Per noi fare questi giri nei territori è importante - ha spiegato Figliuolo oggi a Bologna insieme al capo del Dipartimento nazionale di Protezione civile, Fabrizio Curcio – perché cerchiamo di capire come il piano vaccinale prosegue, ma soprattutto come la programmazione messa in campo a livello, concettuale, organizzativo ed esecutivo da parte di ogni singola regione sia capace, avuti i vaccini, di portare al massimo la macchina".

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Vaccino ReiThera, 400 candidature a Ferrara

Sono oltre 400 le candidature arrivate all'Unità operativa di Malattie infettive dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara per "partecipare allo studio di fase II del vaccino italiano anti-Covid ReiThera". Lo annuncia lo stesso Ospedale di Cona, aggiungendo che "l'ampia adesione dei cittadini ha consentito di partire da oggi con le prime somministrazioni delle dosi". In questa fase saranno 20 i volontari che parteciperanno allo sperimentazione, parametro definito all'interno del protocollo di studio, selezionati in base ai criteri di inclusione previsti, e il primo paziente ad essere vaccinato è stato un 69enne di Ferrara.

Il progetto, ricordano dal Sant'Anna, è promosso da ReiThera, azienda biotecnologica che ha sviluppato il vaccino, coordinato dall'Istituto Spallanzani e condotto all'Ospedale ferrarese dal dottor Marco Libanore, direttore dell'Unità operativa Malattie infettive ospedaliera. La partecipazione alla sperimentazione durerà circa due anni, e ai partecipanti sarà chiesto di presentarsi al centro clinico almeno sette volte durante questo periodo. Nell'ambito dello studio verrà valutata "la capacità di una dose intramuscolare singola o di una dose suddivisa in due somministrazioni distanziate di tre settimane nello stimolare il sistema immunitario rispetto al placebo". La sperimentazione è divisa in tre 'bracci ciechi', vale a dire che i volontari non sanno cosa verrà loro somministrato. A un terzo di loro "sarà inoculato il vaccino in due dosi, a un altro terzo il vaccino in un'unica somministrazione (pià una dose placebo per la seconda somministrazione) e a un terzo ancora solo il placebo".

Non nasconde la propria soddisfazione Libanore, che si dice "orgoglioso" del fatto che la struttura di Cona rientri fra i 26 centri selezionati in Italia per la sperimentazione del vaccino ReiThera, che potrebbe essere un'ulteriore arma contro il virus. Nel dettaglio, il vaccino viene consegnato al Servizio di Farmacia ospedaliera, che lo conserva a -80 gradi, mentre il placebo viene conservato a temperatura ambiente. La Farmacia, per ogni volontario arruolato, riceve un codice-paziente che, immesso in un sistema informatico dedicato, lo assegna a uno dei tre bracci di trattamento. A questo punto, spiega Anna Marra, direttrice della Farmacia di Cona, "si procede all'allestimento, che avviene nel nostro laboratorio in condizioni di sterilita'".

Il vaccino viene quindi "scongelato e confezionato in siringa, e lo stesso avviene per il placebo, chiaramente senza il passaggio di scongelamento". Soltanto il farmacista, puntualizza Marra, "è a conoscenza delle informazioni di allestimento e quindi di assegnazione al braccio di trattamento del volontario, per garantire il rispetto del 'cieco' previsto dal disegno di studio", e sempre per questo motivo "tutte le siringhe avranno il medesimo aspetto, indipendentemente dal loro contenuto, e medico e paziente non sono a conoscenza di questa informazione". Una procedura, conclude, "comune negli studi clinici e che dà una maggior garanzia che fattori esterni non vadano ad incidere sul fenomeno in studio".

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