Covid Emilia Romagna, il bollettino di oggi, 19 agosto 2021. 576 contagi e 3 morti

Aumento dei casi positivi al Covid-19 rispetto a ieri. Sale a 2,6% il tasso di positività. Stabili i ricoveri. 302 i guariti

I dati Covid in Emilia Romagna di oggi, 19 agosto 2021

I dati Covid in Emilia Romagna di oggi, 19 agosto 2021

Bologna, 19 agosto 2021 - Sono 576 i nuovi casi positivi al Covid-19 di oggi, su un totale di 21.821 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. Ieri c'erano stati 445 nuovi casi, invece 478 martedì. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti, nelle ultime 24 ore è del 2,6%, contro l'1,8% di ieri.

Purtroppo, si registrano tre morti: una donna della provincia di Reggio Emilia di 97 anni, un uomo residente in provincia di Modena di 82 anni e una donna residente in provincia di Bologna di 87 anni.

AGGIORNAMENTO: Covid oggi in Emilia Romagna, il bollettino del 20 agosto 2021. Dati e contagi

I dati Covid in Emilia Romagna di oggi, 19 agosto 2021
I dati Covid in Emilia Romagna di oggi, 19 agosto 2021

Il bollettino delle altre regioni: Marche, Veneto, Toscana

Covid oggi 18 agosto 2021 Emilia Romagna: bollettino coronavirus. 445 contagi e 3 morti

Covid Emilia Romagna, i dati di oggi 19 agosto 2021

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 405.084 casi di positività576 in più rispetto a ieri, su un totale di 21.821 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 2,6%Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei 576 nuovi contagiati, 188 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 139 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 254 sono stati individuati all’interno di focolai già notiL’età media dei nuovi positivi di oggi è 36,6 anni.

Sui 188 asintomatici, 125 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 3 con gli screening sierologici, 33 tramite i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 4 con i test pre-ricovero. Per 23 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica.

Morti e ricoveri

Purtroppo, si registrano tre decessi: una donna della provincia di Reggio Emilia di 97 anni, un uomo residente in provincia di Modena di 82 anni e una donna residente in provincia di Bologna di 87 anni. In totale, dall’inizio dell’epidemia, i decessi in regione sono stati 13.315.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 47 (stabili rispetto a ieri), 376 quelli negli altri reparti Covid (+8). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 2 a Piacenza (invariato rispetto a ieri), 2 a Parma (-1), 2 a Reggio Emilia (-1), 10 a Modena (invariato), 11 a Bologna (invariato), 2 a Imola (invariato), 9 a Ferrara (+1), 2 a Cesena (invariato), 7 a Rimini (+2). Nessun ricovero a Ravenna (dove ieri se ne contava uno) e Forlì.

La mappa dei contagi, provincia per provincia

La situazione dei contagi nelle province (casi di positività sul territorio che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi) vede Rimini con 97 nuovi casi (di cui 60 sintomatici). Quindi Bologna (+95, di cui 73 sintomatici), Modena (+95, di cui 67 sintomatici) e poi Reggio Emilia (+67, di cui 57 sintomatici). Seguono Ravenna (+48, di cui 28 sintomatici), Parma (+46, di cui 16 sintomatici), Ferrara (+44, di cui 26 sintomatici), Forlì (+28, di cui 21 sintomatici), Imola (+23, di cui 14 sintomatici) e Cesena (+22, di cui 18 sintomatici), quindi Piacenza (+11 rispetto a ieri, di cui 8 sintomatici). 

Guariti e casi attivi

Le persone complessivamente guarite sono 302 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 378.111. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 13.658 (+271 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 13.235 (+263), il 96,9% del totale dei casi attivi.

Terapie intensive e reparti Covid in Emilia Romagna

Per quanto riguarda l'occupazione degli ospedali, in Regione si può ancora stare tranquilli. Secondo i dati Agenas, le terapie intensive sono al 6% (contro il 5% a livello nazionale). Uguale per i reparti non critici che sono occupati al 6%, proprio come la media nazionale. L'Emilia Romagna non passerà in zona gialla, l'ha assicurato ieri anche l'assessore alla sanità Raffaele Donini, proprio perché queste percentuali non raggiungono ancora la soglia del 10% per le terapie intensive e quella del 15% per i reparti Covid. Indicatori (insieme a un'incidenza superiore a 50) che possono determinare il cambio colore. 

Covid Italia, i dati di oggi 19 agosto 2021

Cresce la curva epidemica in Italia: sono 7.260 i nuovi casi e 55 i morti, secondo i dati diffusi dal ministero della SaluteSalgono anche le terapie intensive (+18) e i ricoveri (+68). Il tasso positività si attesta al 3,5%, anch'esso in crescita, con 206.531 tamponi molecolari.

La Sicilia rimane la regione con più casi positivi e nelle ultime 24 ore ha registrato addirittura più di mille contagi: 1.377 per la precisione. Seguono Toscana (+844), Campania (+647), Lombardia (+627), Veneto (+588), Emilia Romagna (+576) e Lazio (+548).

Ieri, 18 agosto, c'erano stati 7.162 i positivi ai test Covid contro i 5.273 del giorno prima, con 69 vittime (54 quelle di martedì). Il tasso di positività era salito da 2,2% a 3,1% con 226.423 i tamponi effettuati.

Bordon (Ausl Bologna): "Chi non si vaccina rischia moltissimo"

Chi non si è ancora vaccinato contro il Covid "rischia moltissimo". E nell'area metropolitana di Bologna sono circa 200.000 le persone potenzialmente in pericolo. Quindi, "vaccinatevi". A lanciare l'ennesimo appello è Paolo Bordon, direttore generale dell'Ausl di Bologna, commentando così ai microfoni del Tgr la morte avvenuta oggi di una donna non vaccinata di 68 anni dopo quattro giorni di ricovero in terapia intensiva al Maggiore. "Non eravamo più abituati a questo tipo di eventi", sottolinea Bordon, facendo  riferimento ai frequenti decessi nel periodo pre-vaccino della pandemia. Questa però diventa anche "l'occasione per dire: vaccinatevi - manda a dire Bordon - abbiamo ancora un 25% della popolazione dell'area metropolitana di Bologna potenzialmente  raggiungibile, sono 200.000 persone che rischiano non vaccinandosi". Del resto, sottolinea il direttore Ausl, "se andiamo a vedere il tasso di incidenza in questo momento dei nuovi contagi, l'89-90% sono persone che non sono state vaccinate e che rischiano differendo questo tipo di termine e non procedendo con la campagna vaccinale". Nelle terapie intensive, incalza Bordon, "ci sono purtroppo persone non vaccinate: abbiamo 14 ricoveri in area ad alta intensità tra noi e il Sant'Orsola".

È arrivato dunque "il momento di dare un'accelerata ulteriore alla nostra campagna vaccinale - afferma il numero uno dell'Ausl di Bologna - anche immaginando eventi sempre più open e dando la possibilità a chiunque, anche senza prenotazione, di accedere ai nostri servizi". Per l'autunno, pronostica Bordon, la prospettiva è abbastanza rosea. "La campagna vaccinale è andata bene e dà una protezione adeguata alla nostra popolazione - afferma - contiamo di raggiungere l'80% delle persone con almeno una dose entro la metà di settembre, quindi saremo pronti anche per la partenza delle scuole con una popolazione importante vaccinata".  Per fortuna, aggiunge il direttore Ausl, "i giovani stanno rispondendo bene, anche la classe dai 12 anni in su, soprattutto negli ultimi giorni". Quindi, insiste Bordon, bisogna "continuare a promuovere questo tipo di iniziative, perchè vediamo con l'evidenza dei fatti giornalieri che gli accessi ai nostri ospedali riguardano prevalentemente persone non vaccinate, che rischiano moltissimo". L'appello quindi è a "non guardare solo i casi, che sono ancora limitati, ma sono limitati perchè il 75% della popolazione si è protetta - ribadisce Bordon - quindi è quel 25% che rischia moltissimo e che dobbiamo sensibilizzare con attenzione, ascolto e dialogo per convincerla alla vaccinazione".

Terza dose, Rezza: "Programmare gli eventuali richiami"

Mentre si sta completando la campagna vaccinale di massa, "ci si interroga però sulle prossime mosse e, in particolare, sulla necessità di somministrare una terza dose di richiamo a tutta o parte della popolazione. Per sciogliere questo nodo è ora essenziale rispondere ad alcuni quesiti di tipo scientifico: quanto dura l'immunità conferita dai vaccini; quale ruolo giocano le varianti nel ridurre l'efficacia e la durata della protezione; se sarà possibile raggiungere la cosiddetta immunità di gregge o di comunità". È quanto dice l'epidemiologo Giovanni Rezza, già direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità e ora direttore generale della Prevenzione sanitaria al ministero della Salute. Al primo quesito "non sappiamo ancora del tutto rispondere, visto che il follow-up delle persone vaccinate è ancora troppo breve. Sembra però che, anche se gli anticorpi neutralizzanti tendono a scendere nel corso del tempo, le risposte cellulari e la memoria dell'incontro con l'antigene virale persistano più a lungo di quanto si pensasse", commenta l'epidemiologo. Venendo alle varianti, quella Beta (sudafricana) "sembra essere la più resistente ai vaccini, ma per fortuna la sua circolazione da noi è estremamente limitata". Rispetto alla Delta (indiana), "i vaccini conservano un'elevata efficacia nel proteggerci dalle forme gravi di malattia, ma non sempre sono in grado di evitare l'infezione". È probabile che il virus continuerà a circolare quindi "dobbiamo vaccinare il più possibile" senza pensare al raggiungimento dell'immunità di gregge, "ma piuttosto per favorire un ritorno alla normalità,  proteggendo la popolazione dalle conseguenze peggiori della malattia ed evitando la congestione delle strutture sanitarie". Sulla terza dose, "per ora, conviene astenersi dal solito dibattito fra pro e contro - conclude - iniziando a programmare gli eventuali richiami, da effettuare in maniera graduale, sulla base delle necessità e delle evidenze scientifiche".

Terza dose, tutti i dubbi dei virologi: "Troppo pochi i dati per decidere ora"

Vaccini Covid, Oms: "No a terza dose"

"Al momento i dati non indicano il bisogno di una terza dose". Lo ha detto in una conferenza stampa Soumya Swaminathan, chief scientist dell'Oms, secondo cui la priorità al momento deve essere quella di aumentare le coperture nei Paesi che ancora non hanno avuto accesso ai vaccini. Secondo l'esperta iniziare con i 'booster' con buona parte del mondo ancora non immunizzata potrebbe essere addirittura controproducente: "Ci opponiamo fermamente alla terza dose per tutti gli adulti nei paesi ricchi, perchè non aiuterà a rallentare la pandemia. Togliendo dosi alle persone non vaccinate i booster favoriranno l'emergere di nuove varianti".

La posizione è stata ribadita anche da Bruce Aylward, un altro esperto dell'Oms. "Ci sono abbastanza vaccini per tutti, ma non stanno andando nel posto giusto al momento giusto. Due dosi devono essere date ai più vulnerabili in tutto il mondo prima che i richiami vengano dati a chi ha completato il ciclo, e siamo ben lontani da questa situazione".  Le dichiarazioni sono arrivate poco dopo l'annuncio da parte del presidente Usa del piano per dare la terza dose per gli adulti a partire dal 20 settembre, durante il quale gli esperti del Cdc hanno affermato che i dati confermano un calo dell'efficacia delle due dosi con il passare dei mesi.

Vaccino giovani, il video dell'Ausl Ferrara sbarca su Tik Tok

Tornare a scuola, andare al cinema, giocare a basket, festeggiare il compleanno. Sono solo alcuni dei preziosi momenti di vita che il Covid-19 ha portato via a tutti, specialmente ai giovani. E ora sono gli stessi ragazzi a lanciare un messaggio importante ai coetanei: “Vacciniamoci per non dover rinunciare al futuro”. È il titolo della nuova campagna di comunicazione lanciata dall’Azienda Usl di Ferrara per incentivare la vaccinazione della fascia d’età 12-19 anni prima della ripresa delle lezioni a settembre. E per farlo parla la loro lingua sui loro stessi canali: i social network.

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