Emilia Romagna verso la zona rossa totale

L'assessore Donini: "Incidenza sopra ai 250 casi ogni 100mila abitanti, preoccupa soprattutto Bologna. Speriamo che il picco arrivi a breve"

L'Emilia Romagna sempre più vicina alla zona rossa

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Bologna, 11 marzo 2021 - L'Emilia Romagna va spedita verso la zona rossa totale, assieme a Lombardia, Veneto, Marche, Friuli e Piemonte. Non che ci saranno molte differenze rispetto ad oggi: in zona rossa - per decisione della Regione - ci sono già Bologna, Modena e tutta la Romagna. Cambierà (ma poco) per Reggio Emilia che ora è in arancione scuro. Cambierà (un po' di più) per Ferrara, Parma e Piacenza che erano rimaste in zona arancione 'standard'. Ma - visti i contagi alle stelle e la sofferenza degli ospedali - la decisione è scontata. Decisione che verrà presa domani, stesso giorno del varo del nuovo Dpcm che conterrà le nuove restrizioni.

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L'incidenza

A mettere la parola fina anche al lumicino della speranza è l'assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini: "Coi dati che stanno emergendo" che passi tutta la regione in zona rossa "è nelle cose - ha spiegato a Timeline su Skytg24 -. L'incidenza dei casi è sopra 250 per 100mila abitanti per settimana e nei reparti abbiamo una saturazione al 45% in terapia intensiva e 49% nei reparti covid covid. Speriamo tutti di avere il picco in questi giorni ma stiamo registrando tanti, tanti casi, anche molto problematici dal punto di vista clinico". Qui i dati sui contagi di oggi in Emilia Romagna.

Il caso Bologna

In particolare, la situazione della città metropolitana di Bologna, colpita da una forte ondata di contagi "è preoccupante, problematica e critica" sia perché ha una saturazione nei numeri delle terapie intensive, ma anche perché "durante la prima ondata, un anno fa, aveva ospitato anche pazienti di altre città capoluogo di provincia". Come è avvenuto nelle ultime ore per due ragazzini, malati di covid, finiti nell'unico reparto di terapia intesiva pediatrica della regione: quello del Sant'Orsola di Bologna. Hanno 11 e 14 anni. Ieri, il dg dell'Ausl bolognese ha ammesso sconsolato: "E' peggio della prima ondata, mancano anestesisti e infermieri".

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"A mio giudizio occorre abbattere la curva epidemica a livello nazionale, allineando le regioni, come fatto un anno fa- prosegue Donini a TgSky24 - così da "continuare con le vaccinazioni prima che il virus muti ancora. Abbiamo visto che le mutazioni - ha aggiunto - fanno molto male in termini di diffusività e di aggravamento delle condizioni cliniche. Stiamo assistendo a casi che non avevamo visto, ad esempio sulla popolazione giovanile".

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