Nuovo decreto Draghi: lockdown a Pasqua, ok alle visite

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un provvedimento che sarà in vigore dal 15 marzo al 6 aprile. Zona rossa nazionale dal 3 al 5 aprile, ma sarà possibile andare a casa di parenti e amici una volta al giorno nel territorio regionale. Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 5 e prorogato il divieto di spostamenti tra regioni. Previsti congedi parentali e bonus baby sitter. Bonaccini: "Parere positivo, permette ai governatore di prendere misure provinciali"

Draghi firmerà un nuovo decreto legge anti-Covid (Foto Imagoeconomica)

Draghi firmerà un nuovo decreto legge anti-Covid (Foto Imagoeconomica)

Bologna, 12 marzo 2021 – Lockdown a Pasqua e zona rossa automatica per le regioni che superano i 250 contagi ogni 100mila abitanti. Ma non solo. Il nuovo decreto legge approvato in Consiglio dei Ministri dopo essere stato condiviso con le Regioni contiene la proroga dello stop agli spostamenti tra regioni almeno fino al 6 aprile; la conferma del coprifuoco dalle 22 alle 5; e la conversione della zona gialla in zona arancione.

Non sarà un lockdown generale, ma gli somiglia molto. Il Consiglio dei Ministri ha varato un provvedimento che modifica in senso restrittivo le misure disposte dal Dpcm del 2 marzo scorso, il primo a firma Draghi. Oggi, peraltro, è anche il giorno della decisione sui colori delle regioni, che come di consueto avviene dopo la riunione della Cabina di Regìa sul monitoraggio settimanale dei dati del Covid. Dalla combinazione di Decreto, ordinanze del Ministero della Salute e delle Regioni, che a loro volta possono varare micro-zone rosse o arancione scuro localmente, esce un'Italia molto vicina a quella di marzo e aprile 2020.

Bollettino Italia ed Emilia Romagna del 12 marzo

Pasqua, tutta Italia zona rossa

Zona rossa nazionale, dunque, dal 3 al 5 aprile compresi, con l'eccezione dei territori che si trovano in zona bianca. "Nei medesimi giorni è consentito, in ambito regionale, lo spostamento verso una sola abitazione una volta al giorno a due persone con minori di 14 anni", si legge nel Decreto.

Spostamenti in zona arancione

Inoltre, dal 15 marzo al 2 aprile e il 6 aprile nelle regioni arancioni “è consentito, in ambito comunale, lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno”, tra le 5 e le 22, “e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la responsabilità genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi”. 

La zona gialla diventa arancione

"Dal 15 marzo al 2 aprile 2021 e nella giornata del 6 aprile 2021 - si legge -, nelle regioni i cui territori si collocano in zona gialla si applicano le misure stabilite per la zona arancione".

Congedi parentali e bonus baby sitter

I congedi parentali previsti dal nuovo decreto Covid saranno retribuiti al 50% per chi abbia figli minori di 14 anni, mentre dai 14 ai 16 anni non saranno retribuiti. Lo si apprende da fonti di governo al termine del Consiglio dei ministri. Fino ai 16 anni dei figli viene ribadito il diritto allo smartworking.

Arriva un bonus baby sitter fino a 100 euro alla settimana per i lavoratori autonomi, i sanitari e le forze dell'ordine. 

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Zona rossa automatica

Per istituire la zona rossa in una regione con ordinanza del ministro della Salute non si considererà più solo l'Rt (indice di trasmissibilità) superiore a 1,25 nell'ultima rilevazione, ma anche l'incidenza settimanale superiore a 250 casi complessivi su 100mila abitanti. Il cambio di fascia sarà automatico.

Zone rosse locali

Le regioni arancioni potranno individuare aree da portare in zona rossa, quando l'incidenza supera la soglia dei 250 casi per 100 mila abitanti nella settimana oppure quando si riscontra una presenza di varianti tale da dover prevedere misure più restrittive.

Il nuovo Decreto: Pdf

Bonaccini: "Provvedimento positivo, consente di prendere misure provinciali"

“In Consiglio dei ministri - avrebbe detto il ministro Mariastella Gelmini, secondo quanto si apprende, all'incontro con gli Enti locali - verrà approvato un decreto legge, e non un Dpcm, per nuove misure anti-Covid. Il premier Draghi e questo governo ritengono importante coinvolgere il Parlamento e avere un confronto con tutte le forze politiche. Il nuovo provvedimento, con ogni probabilità, entrerà in vigore dalla giornata di lunedì 15 marzo (fino al 6 aprile, ndr)”.

Dal presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, "giudizio positivo" sul decreto legge "anche perché permette a noi presidenti di prendere misure provinciali". "Il virus si sta espandendo, misure restrittive oggi, per salvare l'estate - avrebbe detto il governatore dell'Emilia Romagna secondo fonti che assistono alla riunione -. Prima le facciamo meglio è. Occorrono massima cautela e prudenza".

"La diffusione del virus in questa fase è decisamente più veloce a causa dell'impatto delle varianti e questo rende condivisibili le scelte che il Governo si appresta a fare con un decreto legge, dettato dalla situazione epidemiologica", afferma poi in una nota il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. "Al di là delle restrizioni, oggi abbiamo però un'arma in più: i vaccini. E sotto questo profilo è incoraggiante l'autorizzazione del vaccino Johnson & Johnson che incrementerà complessivamente la capacità vaccinale, ma è importante che il Governo faccia sentire la voce del nostro Paese in sede europea, battendo i pugni sul tavolo affinché le aziende farmaceutiche rispettino fino in fondo gli impegni assunti per la consegna delle dosi", spiega Bonaccini.

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Durigon (Lega): "Cercheremo di 'aggiustare' il Decreto in Parlamento"

Le nuove restrizioni arrivano “per decreto e non per Dpcm perché così il Parlamento potrà intervenire per modificarlo ed emendarlo. Sicuramente il decreto è pesante ma è frutto di numeri pesanti, cercheremo di dargli un'aggiustata”, di cambiarlo in Parlamento “a seconda di come vanno i dati da qui a pochi giorni”. Lo ha detto il sottosegretario al Mef, Claudio Durigon, a Un giorno da pecora su Radio Uno.

“Noi non siamo tanto per chiusura così forte - ha aggiunto - ma dati sono molto alti e una risposta doveva essere data. Paghiamo la mancanza di un piano di vaccinazione”. Durigon ha spiegato la posizione della Lega, che fino a poco tempo fa chiedeva di tenere aperti i ristoranti anche la sera: “Noi siamo per trovare soluzioni, ma i numeri odierni sono troppo alti. Speriamo di trovare un mix, una sintesi per dare risposte economiche ai ristoratori”.

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