Tampone positivo: cosa fare subito dopo l'esito

Cerchiamo di fare chiarezza in questi giorni di preoccupazione e con le misure di contenimento della pandemia che si inaspriscono. Ecco allora una lista dei passi da fare non appena ricevuto l'esito di positività

Tampone positivo, cosa fare?

Tampone positivo, cosa fare?

Ancona, 11 novembre 2020 - Cosa fare appena avuto conferma dell'esito positivo del tampone molecolare? E' una domanda che molti si sono fatti e si stanno facendo in questi giorni di contagi in salita e di preoccupazione crescente, con le chiusure e le misure di contenimento della pandemia che si inaspriscono. Ecco allora una lista dei passi da fare non appena ricevuto l'esito di positività. Anche se per qualcuno, l'iter non è proprio lineare, come nel caso di un 43enne fabrianese, positivo dal 2 novembre, ma che non ha ancora ricevuto notifiche di provvedimenti dall'Asur. 

Quarantena e isolamento: quali differenze?

Isolamento istantaneo

La prima cosa da fare è isolarsi dal resto della famiglia, se possibile in una stanza singola ben ventilata ed evitare contatti sociali.  

Chiamare il proprio medico

Comunicare la propria positività al proprio Medico di Medicina Generale.

Rifiuti: non si differenzia più

Verrà contattato per sospendere la raccolta differenziata per tutto il periodo dell’isolamento, conferendo i rifiuti in un doppio sacco tutto indifferenziato.

L'elenco dei contatti

Preparare l’elenco delle persone con cui ha avuto contatti a rischio nei due giorni precedenti l’inizio dei sintomi (o la data di effettuazione del tampone se non ha sintomi): sarà utile al Dipartimento di Prevenzione.

"Io, positivo fantasma da 10 giorni"

C'è anche chi segnala iter un po' diversi da quello sopra indicato, fatti di ritardi e incertezze. "Sono un positivo fantasma da dieci giorni, ovvero da quando lunedì 2 novembre è stato accertato il contagio dal tampone rapido di una clinica privata e non ho ancora ricevuto alcuna comunicazione di essere in quarantena: ragionando per assurdo, almeno fino a oggi, potrei farmi una passeggiata al parco o in centro senza incappare in sanzioni". E’ la storia che racconta al Carlino un 43enne fabrianese, padre di famiglia, confermando come, da quando é esplosa la seconda ondata, il sistema sanitario, non solo all’interno degli ospedali, rischi di incepparsi. "I sintomi sono stati lievi, ma mi sono immediatamente autoisolato, insieme a mia moglie che ha subito attivato lo smart working e ai miei figli, che hanno smesso di frequentare i loro rispettivi istituti scolastici. Lunedì 2 mi sono sottoposto a pagamento all’esame privato rapido e li è emersa la positività".  "Il giorno stesso ho allertato l’Asur e il mio medico di base, ma per due giorni non ho avuto comunicazione. A quel punto, persistendo qualche problema circoscritto all’olfatto e alla tosse, mi sono messo in contatto io stesso con un’operatrice dell’ente sanitario e mi è stato fissato il tampone ufficiale dell’Asur che ho effettuato sabato in città con la formula del drive through". Il risultato? "Mi hanno detto non prima di mercoledì (oggi, ndr). Ovviamente come ho sempre fatto in modo coscienzioso in tutti questi 11 giorni sia io che la mia famiglia rimarremo a casa, ma al momento, in attesa dell’esito del test, non mi è stato notificato alcun provvedimento che obbliga alla quarantena il sottoscritto e i miei familiari".    "Tanto, direi troppo, viene demandato alla coscienza, al senso civico e al libero arbitrio delle persone. Mi domando: ma se avessi continuato ad uscire, quante persone avrei potuto infettare?". 

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