Zona rossa Emilia Romagna Covid: nidi e scuole materne chiusi da lunedì

Bonaccini: "Rischiamo di essere travolti dalle varianti". Donini: "Arancione inadeguato". Domani scattano le restrizioni a Bologna e Modena, 'rosse', e a Reggio Emilia, che finisce in arancione scuro. Ma i servizi per l'infanzia e per la persona seguono i tempi del Dpcm

Bonaccini: "Rischiamo di essere travolti dalle varianti del Covid"

Bonaccini: "Rischiamo di essere travolti dalle varianti del Covid"

Bologna, 3 marzo 2021 - "Rischiamo di essere travolti dalle varianti", avverte Stefano Bonaccini. Le restrizioni della zona arancione non erano sufficienti per abbassare la febbre da Covid, sentenzia l'assessore Raffaele Donini.

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Si spiega così la nuova stretta in Emilia Romagna. La Città Metropolitana di Bologna e la provincia di Modena in zona rossa, Reggio Emilia in arancione scuro (qui l'ordinanza): sono le ultime misure, in vigore da domani, giovedì 4 marzo, che la Regione, in accordo con i sindaci dei territori, ha assunto per rafforzare il contrasto alla diffusione del Coronavirus. Nel rispetto del nuovo Dpcm, tuttavia, l’ordinanza regionale farà partire la sospensione di nidi e materne (sia statali che comunali) dal 6 marzo, così come la chiusura delle attività di servizi alla persona come parrucchieri e barbieri. Si tratta di attività che, nelle zone rosse, l’attuale Dpcm, valido fino al 5 marzo, prevedeva dovessero rimanere aperte. Di fatto, quindi, nei comuni della Città metropolitana di Bologna e in quelli della provincia di Modena, parrucchieri e barbieri saranno chiusi da sabato 6, nidi e materne da lunedì 8 marzo.

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A fare il punto della situazione, questa mattina, il presidente Stefano Bonaccini, l’assessore alle Politiche per la Salute, Raffaele Donini, il sottosegretario alla Presidenza della Giunta, Davide Baruffi, la direttrice generale Cura della Persona, Salute e Welfare, Kyriakoula Petropulacos. La Regione, sollecitata dai territori e soprattutto dai dati del contagio, è dovuta intervenire con un'azione che irrigidisce le restrizioni già adottate. Norme che saranno in vigore fino a domenica 21 marzo, e che seguono l'adozione dell'arancione scuro per le province di Ravenna, Rimini e il distretto di Cesena.

"Rischiamo di essere tavolti dalle varianti", avverte il governatore. "E' come se circolasse un nuovo virus - prosegue -, come il Governo e il Cts abbiamo dovuto prenderne atto". "A Bologna e Modena l'Rt è già oltre 1,25, la soglia di rischio scelta dal Governo per far scattare la zona rossa", ribadisce. "In assenza di nuove misure restrittive la curva epidemica continuerebbe a crescere, le limitazioni da zona arancione classica non bastano più per come il virus è mutato, contagiando soprattutto i più giovani". E ancora: "Sappiamo che venerdì tutta la Regione, dopo il monitoraggio e la riunione della Cabina di Regìa, tutta la Regione potrebbe finire in zona rossa da lunedì, ma quei dati non sono aggiornati; noi, con i numeri che conosciamo, abbiamo il dovere di agire adesso per non farlo dopo". Il presidente confida che l'arrivo della bella stagione reciti il ruolo di vaccino naturale. E a proposito del farmaco dice: "Entro aprile con questo ritmo avremo comunque superato il mezzo milione di persone vaccinate in Emilia Romagna".

A questo proposito, "chiediamo chiarezza sul vaccino russo, se funziona aspettiamo l'autorizzazione e l'acquisto: è frustrante non poter vaccinare perché mancano le dosi". "Dispiace chiedere a genitori e studenti di rinunciare alle lezioni in presenza o ai commercianti di tenere chiuse le loro attività, ma in questo momento è un dovere far prevalere la tutela della salute - conclude -. Mi prendo la responsabilità di queste decisioni".

Donini: "Zona arancione inadeguata ad affrontare le varianti"

"La variante inglese ha assunto una consistenza elevata soprattutto nelle province di Bologna e Modena", premette Donini. "Abbiamo avuto oltre 24mila casi in una settimana", puntualizza. "L'incidenza settimanale - aggiunge - è passata da 255 a 341 casi ogni 100mila abitanti". Una pressione che si fa sentire sulle strutture sanitarie: "Oggi abbiamo raggiunto il 40% di posti letto occupati nei reparti Covid e il 32% nelle terapie intensive, superando il livello di guardia". 

A preoccupare soprattutto la circolazione del virus nelle scuole, dove in febbraio sono aumentati i focolai. "Sono state contagiate 957 persone tra docenti e studenti solo a Bologna", ricorda Donini. "Ci siamo accorti che la zona arancione non fosse adeguata ad affrontare questa nuova situazione epidemiologica", spiega l'assessore. Pertanto la Regione si è attivata per adottare ulteriori restrizioni. "La progressione dei nuovi casi è stata fulminea", argomenta.

"Ma non stiamo predisponendo solo misure di contenimento", aggiunge il responsabile della Salute. L'assessore fornisce i dati: "A oggi abbiamo ricevuto oltre 559mila dosi di vaccino, ne abbiamo somministrate il 73%, oltre 409mila: già 142mila persone hanno completato il ciclo di immunizzazione, il 10% di quelli che lo hanno fatto a livello nazionale". "Per marzo - prospetta - ci attendiamo oltre 513mila dosi". "L'incubo sembra non finire mai", dice Bonaccini: speriamo che il vaccino ci svegli presto.

Suddivisione casi ancora attivi per tipologia di ricovero
Suddivisione casi ancora attivi per tipologia di ricovero