Venerdì 19 Aprile 2024

Ebola, contagiato vomitò in pubblico, paura a Dallas. Hawaii, caso sospetto

L'uomo vomitò fuori dal suo appartamento a Dallas e fu riportato d'urgenza in ospedale in ambulanza. Sale la paura ed è caccia ai possibili contagiati. In osservazione 5 bambini, tra le 100 persone venute a contatto con l'uomo dal giorno del rientro dalla Liberia

Ebola, operazioni di disinfezione in Liberia (Ansa)

Ebola, operazioni di disinfezione in Liberia (Ansa)

Dallas, 2 ottobre 2014  - Due giorni dopo essere stato rimandato a casa con la prescrizione di un antibiotico, il primo malato di Ebola negli Usa vomitò fuori dal suo appartamento a Dallas e fu riportato d'urgenza in ospedale in ambulanza, dove è ricoverato da domenica scorsa. E' un nuovo particolare emerso sul primo caso del virus letale diagnosticato negli Usa che ha innescato una caccia ai possibili contagiati. "Tutta la sua famiglia urlava, è uscito e ha dato di stomaco", ha raccontato un vicino, Mesud Osmanovic, 21 anni, che ha descritto le scene di panico prima che l'uomo fosse portato d'urgenza al Texas Health Presbyterian Hospital. Il 'paziente uno' sul suolo americano era arrivato negli Usa quasi due settimane fa dalla Liberia, uno dei Paesi africani più colpiti dall'epidemia e aveva cominciato a manifestare i primi sintomi quattro giorni dopo lo sbarco. Il direttore dell'Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, Anthony Fauci, ha criticato l'ospedale che lo aveva dimesso nonostante avesse dichiarato di esser stato in Liberia. "E' stata presa nota suoi precedenti viaggi ma non lo si è comunicato alle persone che dovevano decidere, non se ne sono curati", ha denunciato Fauci parlando alla Cnn, "non vogliamo infierire su di loro ma non dovrà mai più accadere".

5 BIMBI A CONTATTO CON L'AMMALATO - Sono cinque i bambini che a Dallas potrebbero essere stati esposti all'Ebola dal primo paziente negli Stati Uniti contagiato. In seguito a tale annuncio, i genitori di alcuni compagni sono andati a prendere in anticipo i loro figli in una delle quattro scuole in cui vanno i cinque bambini, temendo per la loro salute. Il sovraintendente del distretto scolastico di Dallas, Mike Miles, ha detto che i cinque bambini hanno regolarmente frequentato le lezioni questa settimana, dopo essere stati in compagnia dell'uomo contagiato nel fine settimana. Nessuno dei ragazzi ha mostrato i sintomi dell'Ebola finora. In totale sono circa 100 le persone entrate in contatto con il paziente affetto da ebola diagnosticato a Dallas o con la sua famiglia. Lo hanno riferito fonti sanitarie del Texas citate dalla Cnbc, precisando che si tratta di persone che non sono state a contatto stretto con il paziente, Thomas Eric Duncan, ma hanno comunque avuto qualche contatto con lui.

CASO SOSPETTO ALLE HAWAII - Dopo il primo caso diagnosticato a Dallas ora ci sarebbe un nuovo paziente alle Hawaii. La persona è stata posto in isolamento mercoledì al Queen's Medical Center di Honolulu, capitale dello Stato americano. Non è ancora chiaro se abbia contratto il virus e i test sono ancora in corso.

VERTICE A LONDRA - La comunità internazionale si riunisce oggi a Londra, alla Lancaster House, per una conferenza dedicata all'epidemia di Ebola. In rappresentanza del governo britannico vi prendono parte segretario agli Esteri Philip Hammond e la segretaria allo Sviluppo Justine Greening. Presente anche il capo di Stato della Sierra Leone, Ernest Bai Koroma. I Paesi partecipanti discuteranno di come la comunità internazionale può fornire una risposta efficace all'emergenza che sta colpendo l'Africa occidentale. Inoltre, dovrebbero annunciare un piano di sostegno per sconfiggere la malattia. 

RISCHIO VOLI - "Il virus dell'Ebola potrebbe mutare e diffondersi per via aerea se l'epidemia non verrà tenuta sotto controllo velocemente": a lanciare sul Telegraph quello che è un vero e proprio scenario da incubo è Anthony Banbury, capo della missione Onu che in Africa Occidentale sta combattendo contro il virus. Il governo britannico ha già promesso altri 20 milioni di sterline per aiutare i servizi sanitari della Sierra Leone, oltre ai 100 milioni già stanziati. "Il Regno Unito - ha fatto sapere Greening - sta lavorando in modo urgente con la Sierra Leone per aumentare la risposta internazionale alla malattia". Attualmente oltre 40 addetti britannici, tra personale militare e cooperanti, stanno lavorando nel Paese africano su diretta richiesta dell'Organizzazione mondiale per la sanità e del governo della Sierra Leone. "Migliaia di bambini sono sopravvissuti alle morte delle loro madri, dei padri e di altri membri della famiglia, uccisi dall'Ebola", ha commentato Manuel Fontaine, direttore regionale Unicef per l'Africa centrale e occidentale. "Questi bambini - ha aggiunto - hanno urgentemente bisogno di attenzione e sostegno speciale anche se molti si sentono abbandonati".