Egitto, il presidente al-Sissi: "Mani straniere dietro attacchi"

"C'è una grande cospirazione contro di noi", ha detto il presidente parlando alla tv di Stato. Decretato lo stato di emergenza per tre mesi su una parte del Nord e del Centro della penisola del Sinai

Il presidente egiziano  Abdel Fattah al-Sissi  (AFP)

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi (AFP)

Il Cairo, 25 ottobre 2014  - Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sissi ha detto oggi che "ci sono mani straniere dietro gli attacchi di venerdì" contro i soldati nella penisola del Sinai. I commenti di al Sissi, fatti alla televisione di Stato e riportati dal quotidiano al Ahram, sono giunti al termine di una riunione di emergenza del Consiglio supremo delle forze armate egiziane.  "C'è una grande cospirazione contro di noi", ha spiegato il presidente. 

"Dobbiamo sapere che questo attacco terroristico è stato sostenuto da mani straniere per sconfiggere le forze armate che stanno proteggendo il popolo egiziano e la sua volontà", ha commentato ancora.  

Ieri mattina, un attentatore suicida ha lanciato la sua auto imbottita di esplosivo contro una postazione militare a Nord-Ovest di al Arich: nell'attacco, secondo l'ultimo bilancio fornito dalle autorità locali, sono morti almeno 30 soldati. Altri 29 sono rimasti feriti e alcuni si troverebbero in gravi condizioni.  

Il presidente egiziano ha decretato lo stato di emergenza per tre mesi su una parte del Nord e del Centro della penisola del Sinai, in un'area che va dalla città di Rafah, al confine con la Striscia di Gaza, fino ad Ovest di Al Arich. 

"L'esercito e la polizia prenderanno tutte le misure necessarie ad affrontare i pericoli del terrorismo e del suo finanziamento, a salvaguardare la sicurezza della regione (...) e a proteggere la vita dei cittadini", si legge nel decreto presidenziale che prevede anche l'applicazione del coprifuoco.