Siccità del Po in Emilia Romagna, Enel spegne centrale a Piacenza

Oggi si riunisce la cabina di regia, ipotesi razionamento dell’acqua nei campi

Ferrara, 21 giugno 2022 - ​ Il fiume Po è sotto di otto metri e nel Piacentino Enel Green Power Italia è costretta a spegnere temporaneamente le turbine della centrale idroelettrica di Isola Serafini di San Nazzaro (Monticelli). La centrale funziona grazie all'acqua del Po che viene deviata dal suo corso e fatta confluire all'interno di turbine che, muovendo i loro meccanismi, producono energia elettrica. Se l'acqua è scarsa queste turbine non possono lavorare ed è quello che sta succedendo. L'impianto, hanno spiegato i responsabili Enel, ripartirà solo dopo il ripristino delle condizioni idrauliche sufficienti all'esercizio. 

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Siccità in Emilia Romagna: per ora niente razionamenti d'acqua

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Nicola Dalmonte e l'ingegner Albano (Businesspress)
Nicola Dalmonte e l'ingegner Albano (Businesspress)

Intanto, è il giorno più lungo per gli agricoltori che temono che dalla cabina di regia, convocata per oggi pomeriggio in Regione, escano scelte cruciali. La parola che più fa tremare è ’razionamento’ dell’acqua per i campi, razionamento che vorrebbe dire turni per gli impianti d’irrigazione. Una scelta inedita per la nostra regione – il calendario degli approvigionamenti verrebbe dettato dai consorzi – che rischia di diventare quantomai concreta sull’onda dell’allarme rosso.

Questo il livello d’allerta dichiarato ieri dalla stessa Regione. Osservato speciale, in questo quadro drammatico, il Cer-Canale Emiliano Romagnolo, con gli impianti a Salvatonica che danno acqua per l’agricoltura della Romagna e dell’Emilia Orientale. La chiusura delle pompe idriche, scenario mai verificato dal 1939 anno della fondazione, comporterebbe un’autonomia di non più di 3 giorni per le campagne. Misure emergenziali anche per l’acquedotto di Ferrara, con rilascio di acqua dalla diga del Brugneto.

Anticipa quello che succederà l’assessore all’Ambiente e Protezione civile, Irene Priolo, reduce dalla riunione dell’Osservatorio del distretto del Po che si è svolta nella mattinata di ieri. Il livello d’allerta si è aumentato negli ultimi giorni, il Po continua inesorabilmente a scendere. Sono ’mancati’ altri 2 o 3 centimetri, tanti per quel gigante che annaspa sotto il sole cocente di Caronte. Tecnicamente si chiama severità idrica rossa, un termine che lascia ben poco spazio all’immaginazione. Dice l’assessore: "Siamo orientati a dichiarare lo stato d’emergenza regionale, utile alla richiesta di quello nazionale". Che poi annuncia: "Le decisioni verranno prese nel corso della giornata di oggi con l’incontro della cabina di regia".

Forte la preccupazione che traspare dalle sue parole, una situazione drammatica che stringe come una morsa i campi e ha tolto il sonno a chi quei campi li lavora. Da anni. Oggi pomeriggio verranno convocati in Regione tutti i soggetti coinvolti nella gestione della risorsa idrica. "il nostro orientamento – ribadisce Priolo – è quello di arrivare alla dichiarazione dello stato di emergenza regionale, utile alla richiesta dello stato di calamità nazionale. Oggi, dopo la cabina di regia regionale, quasi certamente assumeremo una decisione in tal senso. Servono interventi rapidi per rispondere alla crisi che stiamo vivendo e altri, strutturali, per risolvere una situazione che ormai si ripete ogni anno. Serve l’intervento del governo e la realizzazione di misure e progetti nazionali. Bene, in tal senso, l’impegno a intervenire arrivato dai ministri e dal capo della Protezione civile nazionale".

La situazione è da ‘semaforo rosso’ per la salvaguardia dell’acqua potabile ma può proseguire l’attività di irrigazione, pur con interventi mirati e in misura ridotta. Oggi, a Bologna, nella cabina di regia ad hoc per gestire l’emergenza ci saranno i settori regionali Ambiente, Protezione civile, Arpae e Agricoltura. A fare il punto sui primi interventi da attuare sono stati chiamati i gestori del settore idropotabile, Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi Idrici e rifiuti), Anbi, Consorzio Canale emiliano-romagnolo, Enel, Aipo e l’Autorità di distretto del Po.

E’ un appello a fare presto quello dell’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi. "Rischiamo gravissimi danni alle produzioni orticole e frutticole – le sue parole –. Servono quanto prima risorse per investire in infrastrutture idriche e costruire invasi per conservare l’acqua quando è disponibile, per poterla poi utilizzare nei periodi siccitosi. La realizzazione di infrastrutture deve essere una priorità nazionale e occorre semplificare le procedure amministrative per poter veloc izzare il più possibile i percorsi progettuali e la realizzazione. La Regione ha messo a bando 7 milioni di euro per invasi aziendali ma occorrono anche invasi territoriali per aumentare la capacità di stoccaggio. Utilizzando al meglio anche le importanti risorse del Pnrr che sono già disponibili".