"Dentro a un incubo per colpa di un raptus"

Calcio violento: mandibola fratturata da un pugno

Marco Moschini

Marco Moschini

Fano, 28 maggio 2015 - «Dentro a un incubo per colpa di un raptus di follia inimmaginabile, senza alcuna motivazione». Scuote la testa mentre pronuncia queste parole, Marco Moschini, 27 anni, di Mondolfo, vittima di una vicenda assurda: colpito da un avversario durante una partita di calcio amatoriale con un cazzotto devastante che gli ha procurato una doppia frattura scomposta della mandibola, lo ha costretto a 9 giorni di ospedale e a un delicato intervento chirurgico, il tutto ‘condito’ con 60 giorni di prognosi. L’episodio risale a sabato 16 e lui, Marco, è tornato a casa dall’ospedale, anzi, dagli ospedali (per due giorni quello di Fano, poi il Torrette di Ancona dov’è stato operato), questo lunedì. E’ magrissimo, pallido, parla con una certa fatica, ma accetta di raccontarci la sua odissea.

Marco, che partita era e come sono andate le cose?

«Campionato aziendale Uisp. Maroso Mondolfo, la mia squadra, contro il San Silvestro di Senigallia, sul nostro terreno di Ponte Rio. Una gara, la penultima della stagione, senza contenuti particolari con noi già promossi ai playoff e loro senza più obiettivi. Ad un paio di minuti dal termine un mio compagno finisce a terra dopo un contrasto; il gioco viene interrotto per prestargli le necessarie cure. Mentre mi dirigo verso di lui per sincerarmi delle sue condizioni uno dei difensori del San Silvestro si catapulta verso di me e mi sferra il pugno».

Una botta terribile…

«Un colpo molto forte, che mi tramortisce, ma rimango in piedi. Lì per lì il dolore è sopportabile, ma sento tanto sangue in bocca e con la lingua avverto uno spazio di oltre un centimetro tra due denti. Penso che me ne sai caduto uno e invece era molto peggio».

Cioè?

«Quello spazio che sentivo con la lingua era dovuto allo spostamento della mascella, completamente massacrata. Subito dopo il dolore è diventato atroce, avevo conati di vomito e c’è stata la corsa al pronto soccorso di Fano, seguita da tutto il resto».

Adesso come stai?

«Credo che si veda. In 10 giorni ho perso quasi 8 chili, faccio fatica anche a muovermi e sono costretto ad alimentarmi solo di liquidi perché non posso masticare. La faccia mi fa male, specie dove mi hanno inserito le due placche in titanio che dovrò tenermi per tutta la vita. Mi aspetta tanta riabilitazione e un lungo periodo pieno di difficoltà».

Dopo quello che è successo, il tuo aggressore (31enne del senigalliese) si è fatto vivo?

«Solo 5, 6 giorni, dopo che io avevo postato un mio sfogo su Facebook dicendo che neanche mi aveva contattato. Mi ha telefonato chiedendo scusa e aggiungendo che sono stati 2 secondi di nervosismo. Vorrei rivolgermi a tutti colori che, come ha detto lui, possono avere i 2 secondi di nervosismo: per piacere contate fino a 10, in modo che nessuno debba rivivere questa mia esperienza, tanto più per una partita di calcio».