Casa confiscata alla mafia, protesta dei condomini

Arriveranno solo mamme e bambini, ma la cosa allarma lo stesso: «Rischio di turbativa»

QUALCOSA DI SIMILE Una casa confiscata alla mafia nel nord Italia a data all’associazione ‘Libera’

QUALCOSA DI SIMILE Una casa confiscata alla mafia nel nord Italia a data all’associazione ‘Libera’

Fano, 27 maggio 2016 - Sono preoccupati i residenti del condominio Massimilla, a Sant’Orso. Non dormono più sonni tranquilli in quella palazzina di via Bartolomeo Eustacchio 4, da quando lo Stato ha confiscato uno dei sei appartamenti alla mafia facendolo entrare nelle possibilità del Comune. L’amministrazione Seri, infatti, ha deciso di utilizzare quel bene per per fare del bene e... apriti cielo. Al piano terra di quella palazzina hanno già gli uffici di uno studio di certificazione e revisione bilanci, per cui non vogliono anche una casa famiglia. «Fano è uno dei primi Comuni italiani in cui un bene immobile sequestrato alla criminalità organizzata è stato assegnato in gestione al comune – si legge in una mail firmata ‘il condominio Massimilla -. Il bene in questione non è però un terreno o uno stabile, come in altri casi.

Questa volta si tratta di un appartamento situato in una palazzina di 6 appartamenti, un piccolo condominio ‘famigliare’. E qui sta il problema, grande come una ‘casa’: tra i tanti usi che il comune poteva farne, ha deciso di utilizzare questo bene come ‘casa famiglia’, destinandolo a mamme con bambini, sole, con problemi ed in difficoltà economiche, per accompagnarle nel reinserimento in società. Iniziativa lodevole, certo, contro la quale non abbiamo nulla da eccepire, se però viene svolta in strutture adatte a tale scopo. Un condominio non ci sembra proprio una di queste».

Abbiamo telefonato ad un condomino a caso tra quelli in elenco: e ha confermato la situazione. «E’ indubbio l’alto rischio di turbativa, per non dire la certezza, che questa situazione può portare alla vita dei residenti – prosegue la lettera del Condominio -, anche perché non si capisce bene quali sono questi tipi di ‘problemi’, né si sa quante saranno le ‘famiglie’ da ospitare contemporaneamente e quante persone in totale ci staranno. Inoltre, non ci sarà stabilità, ogni tanto, un anno o due, si cambierà, via una sotto un’altra...». Un via vai intollerabile per i condomini, tanto più che anche dal punto di vista economico questo rappresenterebbe un danno oltre al rischio fisico.

«Tutto ciò, oltre a quanto già citato, comporta anche un comprensibile deprezzamento del valore degli appartamenti del condominio, fatto già verificato da un proprietario – si legge -. Del resto non si compra a cuor leggero quando sai che l’appartamento vicino è del comune e viene usato per attività a scopo sociale, ci può capitare chiunque, c’è un via vai continuo e la tua sicurezza e tranquillità non sono più un diritto, ma un optional... Non si poteva pensare ad un diverso utilizzo, nei limiti consentiti dalla legge? Ci sembra che si sia pensato a tutto, in particolare alla soddisfazione personale e politica, tranne che ai disagi che si venivano a creare ai residenti».